Napoli, un primo tempo che fa sognare

Da Marassi, Conte si porta via una grande certezza: se Lukaku e compagni giocano come nella prima frazione si può pensare in grande. Se l'atteggiamento è invece quello della ripresa...
Pasquale Salvione
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Fantantonio è di nuovo lassù, almeno per una notte. Un’altra vittoria, per regalare un Natale con il sorriso ai tifosi. La numero 150 in A di una carriera straordinaria, la dodicesima in questo campionato con un Napoli che va avanti con il suo ritmo. Trentotto punti in 17 partite, una marcia impressionante per una squadra che continua a fare progressi e dà ancora la sensazione di poter crescere. 

Napoli, a Genova un segnale evidente

Da Marassi l’allenatore azzurro si porta via due certezze: se il Napoli gioca come nel primo tempo può sognare ad occhi aperti, se scende in campo come nel secondo farà fatica a restare ancora aggrappato alla lotta scudetto. Due facce di una squadra che è ancora in costruzione, due flash che devono rimanere impressi nella mente dei calciatori, il segnale evidente di un percorso che ancora non si è completato. Per un tempo è stato il Napoli migliore della stagione, ha dominato in lungo e largo, ha lasciato le briciole al Genoa. Grande pressione, costruzione impeccabile, la capacità di scambiarsi le posizioni in campo togliendo riferimenti agli avversari, le accelerazioni dei suoi uomini di talento, occasioni a raffica. Sembrava un’esibizione, con Vieira e i suoi spettatori di un vero e proprio show. L’errore grave è stato pensare di averla già in tasca, perché le partite non finiscono all’intervallo. E nel secondo tempo il Napoli è sparito, ridando fiato a un Genoa che fino a quel momento era stato soffocato. Una leggerezza che poteva costare cara e che ha fatto infuriare Conte, più arrabbiato per il calo che felice per l’ottimo inizio. 

Napoli, i protagonisti della vittoria a Marassi

Ma da Marassi l’allenatore azzurro si porta altri messaggi importanti. Il primo è stato di conferma, se ce ne fosse ancora bisogno. E porta la firma di David Neres, uno dei pochi in grado di accendere sempre la luce e di regalare emozioni. Non solo l’assist (il quarto in campionato), ma anche tante giocate da vero fuoriclasse. Dribbling, tacchi, fiammate improvvise: il brasiliano può diventare un vero asso nella manica da qui in avanti. Il secondo, a sorpresa, lo ha mandato Alex Meret. Quando il Napoli è andato in sofferenza, il portiere azzurro è diventato il grande protagonista. Almeno tre miracoli per salvare il risultato, l’ennesima risposta alle continue critiche, la voglia di ribadire di essere il numero uno del presente e del futuro. Il terzo, l’ultimo, è quello che è arrivato da Frank Anguissa. Non per il gol del vantaggio, non per la sua capacità di essere sempre al posto giusto nel momento giusto, ma per la sua rabbia per i passaggi sbagliati sul 2-0. Quello è l’atteggiamento che ti può far crescere ancora, quelli sono dettagli che fanno la differenza. In quei momenti non bisogna essere superficiali o leziosi, non bisogna avere pietà degli avversari. Solo così si può fare un altro step in avanti. Conte lo urlerà ogni giorno in settimana in allenamento. Potete scommetterci.  


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