Tutto il resto è aria fritta napoletana

Quando il primo posto e le vittorie azzerano le parole e i pensieri in libertà
Tutto il resto è aria fritta napoletana© LAPRESSE
Mimmo Carratelli
4 min

Circola molta aria fritta in città, il Napoli vince ma si frigge l’aria, questa squadra c’è o ci fa, è cinica oppure fortunata, difende e offende lo spettacolo, abbiamo il muso corto o la coda di paglia, e la verità verrà a galla con le grandi partite di novembre. Aria fritta.

Sono sei vittorie e nessun’altra grande squadra brilla, tutti inciampano. Si, però. La pressione del primo posto, il contratto di Kvara, e quand’è che Lukaku, e Gilmour vale Lobotka o no, e se non ci fosse Buongiorno. E McTominay è sparito. E perché si barcolla prima di vincere, e si regala un tempo all’Empoli e poi ci vuole un rigore, e perché si soffre col Como che prende un palo con Paz. E come mai, prima di dilagare a Cagliari, Meret con quattro parate deve salvare la baracca, e figuriamoci col Parma che gli devono espellere il portiere per batterlo. E veramente Mazzocchi è il soldato di Conte, e perché Neres fa anticamera, e quand’è che gioca Raspadori, e Spinazzola convince o no. Aria fritta.

Ci stiamo juventinizzando, l’unica cosa importante è vincere, come vinci non deve interessare, siamo in testa e, come dice il presidente, ce ne faremo una ragione. Il resto è aria fritta. La città ansima e frigge. La differenza la fa solo Conte, la PlayStation di Conte, l’ira di Conte negli intervalli, il modulo che cambia, la difesa a quattro che diventa a cinque, l’attacco che se ci fosse ancora Osimhen. Va bene, ma è sempre aria fritta.

Parole, parole. Giochiamo per lo scudetto o stiamo solo mettendo fieno in cascina. E che cos’è il fieno e che cos’è la cascina. E siamo concavi o convessi? Ricordarsi che l’anno scorso eravamo decimi incassando 48 gol, e tutti se ne volevano andare. Ricordarsi che c’era Garcia. E che significa? A Abbiamo battuto solo le piccole squadre, il Bologna tredicesimo, il Parma sedicesimo, il Cagliari quindicesimo, il Monza diciassettesimo, il Como quattordicesimo. Non ci sono piccole squadre. Aria fritta.

Il Napoli non fa più possesso palla. Aria fritta. Il Napoli si sporca le mani e ha le lenzuola pulite, i famosi clean sheet quando non si prendono gol, cinque partite senza prendere gol, con Meret e con Caprile . Questo conta. Il resto è aria fritta. E’ il resto di niente. Di che cosa vogliamo parlare? I nuovi acquisti sono arrivati solo all’ultimo momento, le soste portano via dodici azzurri in giro con le nazionali, Conte ha fatto un lavoro eccellente.

Ma a Empoli abbiamo scelto noi di difendere per tutto il primo tempo venendo fuori nella ripresa sulla stanchezza dei toscani, tattica diabolica da grande squadra? Aria fritta. A Empoli non ha vinto neanche la fantasmagorica Juventus di Thiago Motta. Si, va bene, ma abbiamo fatto un solo un tiro in porta per giunta su rigore. Aria fritta.

Quattro vittorie in casa in quattro partite, stadio pieno, nessuno come il Napoli sul proprio campo, la Juventus in casa ha vinto solo due volte, l’Inter a San Siro ha già perso tre punti, il Milan due. Nessuno gioca meglio. Ma non si vedono ancora nel Napoli gli effetti dei 150 milioni della campagna-acquisti. Aria fritta. La Juventus ha speso di più ed è terza.

Il Napoli sta facendo la sua parte come non si poteva crederlo dopo il disastro dell’anno scorso e a Conte piace ripartire da zero e ci terrà in alto. L’ha fatto alla Juventus, dal settimo posto allo scudetto. L’ha fatto al Chelsea. L’ha fatto all’Inter. Ma il gioco c’è o non c’è? Aria fritta. Che cos’è il gioco? Ma la grande bellezza? Aria fritta. La grande bellezza è solo un film di Paolo Sorrentino. E non ci sono Jep Gambardella nel Napoli. Il Napoli è diventato una cosa seria. Il presidente tace, l’allenatore allena, i giocatori giocano. Non abbiamo le Coppe, bisogna approfittarne. Conte sa come si fa. Il resto è aria fritta.


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