Slittamento napoletano

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Mimmo Carratelli
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Improvviso slittamento napoletano di Antonio Conte nell’ultima delle sue pacate conferenze stampa. Il duro e puro allenatore della riscossa azzurra in merito alla pressione-scudetto sul Napoli ha svicolato con ironia partenopea. ’Cca nisciuno è fesso. E con malizia tipica del golfo ha precisato: la pressione qualche furbetto ce la mette da fuori per coprire la sua squadra. Ohilà. ’Cca nisciuno è fesso, appunto. Mai banale e dritto sull’obiettivo. Totò applaude.
Le conferenze di Conte sono un godimento. In tenuta scura, come l’ultimo figlio di Juliette Gréco e dell’esistenzialismo. Spesso a braccia conserte, tormentando il polso con l’orologio, intrecciando le mani, guardando negli occhi l’interlocutore senza mai fulminarlo, con quella voce da grattugia, molto cinematografica, Conte risponde sempre con pazienza e attenzione. Da pastore evangelico. Ma senza la spocchia di quelli che, e sono molti, vogliono rivelare il verbo del pallone.
Ieri ha risposto su tutto, su Lukaku, il Como, Fabregas, Kvaratskhelia, varie e eventuali, concedendosi anche una franca risata. E sulla questione-scudetto non si è scomposto. Ha spiegato come la pressione sul Napoli primo in classifica sia salutare perché si trasforma nella “sana pressione” dei tre punti da conquistare. E ha parlato anche di “sana paura” che alza il livello della prestazione. Si è concesso anche una parentesi romantica parlando del Maradona. Certi stadi che fanno parte della storia del calcio italiano non vanno abbandonati, ma solo ammodernati. C’è scappata una lacrima a noi degli anni di Diego.
Conte non inganna nessuno perché per prima cosa non vuole ingannare se stesso. Parla con la semplicità dell’uomo che ha le idee chiare, che non inventa né il calcio né le chiacchiere facili, non fa mai il populista, ma neanche il tipo ingenuo. La sua semplicità, fondata sulla cultura del lavoro, spiazza gli intervistatori più capricciosi. È anche maturato rispetto al Conte più sanguigno di una volta. Il “sangue” lo conserva negli allenamenti durissimi che hanno entusiasmato la scorza scozzese di McTominay e sta trascinando tutti gli azzurri.
Al Napoli è anche una avventura nuova rispetto a certe situazioni codificate alla Juventus e all’Inter. La varia qualità della rosa del Napoli gli consente di movimentare i giocatori su vari moduli e strategie. A Napoli, Conte fa il trasformista, non più legato a dogmi tattici. Cambia la squadra a vista con l’unico imperativo tutti attaccano e tutti difendono. E gli avversari fanno oh. Arrivano gli elogi di Sacchi e la stima di Capello. Ha tanta carriera ed esperienza da non farsi incantare dalle sirene.
Messe così le cose, figuriamoci se lo turbano certe provocazioni. ’Cca nisciuno è fesso.


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