Bisogna intervenire con urgenza, a questo Napoli serve altro. Verona va archiviata al più presto, la partita più importante è quella che ora si giocherà fuori dal campo. Durerà undici giorni, fino a venerdì 30. In palio c’è il destino stagionale della squadra. Le parole di Conte hanno fatto molto rumore, l’errore sarebbe catalogarle e archiviarle alla voce “capricci”. Il ricordo del ristorante da 100 euro non può condizionare, De Laurentiis deve prima di tutto pensare a se stesso e all’obiettivo di tornare in Champions. In questi undici giorni non ci sono da soddisfare le richieste di un allenatore superesigente, c’è da completare una rosa che deve avere qualità e assortimento per lottare per il quarto posto.
Le difficoltà sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, il presidente l’anno scorso ha avuto la forza e l’orgoglio di rifiutare 150 milioni cash offerti per Osimhen e ora si trova con il suo gioiello che non ha acquirenti. Un patrimonio che rischia di evaporare nel nulla, un effetto devastante sul bilancio in stile Covid. Sul nigeriano era basata tutta la strategia di mercato azzurra, ADL e Manna avevano studiato come intervenire con quei 130 milioni fra le mani. Nel frattempo la solidità della società ha consentito di fare un investimento sontuoso su Buongiorno, di completare la difesa con la scommessa Rafa Marin, di assicurarsi lo svincolato Spinazzola e ora di regalarsi il talento di David Neres, un funambolo che può diventare devastante in attacco.
Ora però restano due problemi enormi: il primo, quello più evidente, è il centravanti (Lukaku non vede l’ora di mettersi a lavorare con il suo allenatore preferito, Osi è un separato in casa). Il secondo è il centrocampo: saltato l’arrivo di Brescianini, in uscita ci sono Gaetano e Folorunsho dopo Cajuste. Le idee scozzesi di Manna sono da salto di qualità, soprattutto quella di McTominay. Un centrocampista completo (temperamento, dinamismo, inserimenti, vizio del gol) che insieme a Gilmour darebbe a Conte le opportune garanzie per iniziare la ricostruzione. Non investire adesso vorrebbe dire esporsi a minori rischi imprenditoriali, ma negarsi la possibilità di lottare. Farlo potrebbe anche consentire di coltivare qualche sogno. La scelta è tutta nelle mani di ADL.