De Laurentiis e Conte al Napoli, il contratto lungo come un romanzo

Diritti d’immagine, divieto di anni sabbatici: è tutto nel testo di DeLa
De Laurentiis e Conte al Napoli, il contratto lungo come un romanzo
Mimmo Carratelli
4 min

Trepidante attesa, famme sunna’, ‘a maronn t’accumpagn, rosa ‘e maggio, viene, non viene, ma sì, viene, viene trallallà allo chalet di Peppino cameriere a Mergellina.

Cammina ‘sta nave, se coce ‘sta fava, chiede don Peppino parcheggiatore allusivo. Ci vuole calma, ammonisce don Ciccio portiere di palazzo, ma è fatta, Conte arriva. Stanno rileggendo il libro di quattrocento pagine e centodue capitoli, chiarisce Salvatore pittore di alici. Ma che cos’è, la Bibbia, domanda don Peppino parcheggiatore allusivo. È il contratto, taglia corto don Ciccio portiere di palazzo. Ma è un contratto o un romanzo, eccepisce Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca. I contratti di Aurelio sono un romanzo, spiega Salvatore pittore di alici, nel romanzo c’è tutto, ci sono i 926 articoli del codice commerciale, i 2969 articoli del codice civile, i 734 articoli del codice penale, poi ci sono i dieci comandamenti di Aurelio, le raccomandazioni e le raccomandate, l’ammonimento di Gesù davanti all’adultera scagli la prima pec chi è senza peccato, il 4-3-3, il gioco delle tre carte, i cavilli di battaglia, diritti e rovesci di immagine, il divieto al contraente di appropriarsi delle vittorie con la benevola concessione di celebrare a suo nome solo i pareggi, la percentuale di protagonismo assegnata all’80 per cento al presidente, 10 per cento all’allenatore, 10 per cento alla squadra, il divieto di scelte sabbatiche, le firme finali del Marchese del Grillo e del Conte, tra nobili ci si intende.

A che pagina stanno, chiede Gennaro Piromallo salumiere. Che lui incontra lui e si scambiano promesse, comunica Saverio Malaspina ragioniere. E poi c’è uno che dice questo matrimonio s’ha da fare e si farà, è fatto, aggiunge Pasquale Pazienza giornalista on-line. Promessi spesi, viste le cifre, sottolinea Saverio Malaspina ragioniere. L’altro chiede ad Aurelio se è vero amore, racconta Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia. Non è un calesse risponde Aurelio, riferisce Salvatore pittore di alici.

È un paziente lavoro all’uncinetto, si esprime Gennaro Piromallo salumiere. Aurelio scrive, Antonio corregge, Aurelio aggiunge, Antonio cancella, Aurelio riscrive, Antonio sottolinea, Aurelio ripropone, Antonio dispone, Aurelio mette il punto, Antonio eccepisce sulle virgole, ma ormai il romanzo è finito, siamo alla parola fine, Conte è con noi, espone Pasquale Pazienza giornalista on-line. È un gran bel romanzo, commenta Gennaro Piromallo salumiere. È un contratto, discusso, fatto coi fiocchi e firmato, replica vigorosamente don Ciccio portiere di palazzo. Aurelio e Antonio e c’è pure Chiavelli, riferisce Salvatore pittore di alici. Il triangolo no, geme don Peppino parcheggiatore allusivo.

L’intesa è raggiunta, rassicura don Ciccio portiere di palazzo. A che pagina stanno, chiede nuovamente Gennaro Piromallo salumiere. Hanno smussato gli angoli, cancellato le ipotenuse e moltiplicato il raggio per 3,14 per definire l’ammontare dell’ingaggio di Antonio, comunica Pasquale Pazienza giornalista on-line. Ore e ore per scrivere, limare, sottilizzare, cancellare, riscrivere, ma non gli è scappato mai di dovere andare al bagno, domanda don Peppino parcheggiatore allusivo. Hanno trovato la quadratura del contratto, equivalente ai quadrati dei cateteri, chiarisce Salvatore pittore di alici. Che uomini, che contratti, che vesciche, esclama Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia.


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