I diritti d'immagine anche su Marte: Conte, De Laurentiis e i famosi contratti

La trattativa tra il club azzurro e il tecnico leccese è giunta a un bivio temutissimo: la questione dei diritti d’immagine
Fabio Mandarini  
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La trattativa tra il Napoli e Antonio Conte è giunta a un bivio temutissimo: la questione dei diritti d’immagine. Una dimensione complessa, intricata, piena di cavilli, autostrade, viali, vie, viuzze e vicoli da far invidia ai Quartieri Spagnoli. E poi, beh, le penali: queste sconosciute che il pool legale del signor Antonio sta vivisezionando come gli scienziati in un laboratorio di genetica. Calma e sangue gelido. E pazienza: la letteratura dei contratti del Napoli racconta di tomi biblici, enciclopedici, infiniti, ma tutto sommato la storia è racchiusa in una quarantina di pagine, o giù di lì, che comprendono il lato sportivo e la famigerata Immagine.  

Napoli, Conte e i diritti di immagine

De Laurentiis avoca a sé, alla sua società, la gestione totale dei diritti d’immagine dei tesserati del club azzurro, proprio com’è sempre stato abituato a fare nel mondo del cinema e dello spettacolo con gli attori e gli artisti. E di certo il concetto, “interamente”, non rende a pieno l’idea: la proprietà è intergalattica, interstellare, dalla Terra alla Luna passando per lo spazio cosmico. E non è uno scherzo: «Noi De Laurentiis abbiamo sempre avuto una gran cultura per la musica. La società oggi avrà più di millecinquecento colonne sonore: nei contratti che facevamo c’era scritto “nell’universo”. Se un astronauta sta andando per aria su Marte, e la Nasa gli manda le immagini di una partita o di un film, una musica, lui non sta nell’universo? Oggi sono pochissimi, e un domani? Potrebbero esserci molte più persone”», spiegò un annetto fa il presidente chiacchierando nel salotto televisivo di “Che tempo che fa”, a precisa domanda sulla complessità dei suoi contratti. Sarò con te fino a Marte. E dintorni. 


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