Garcia, quattro mosse per tenersi il Napoli

Da questo momento ogni partita è un esame: l’allenatore, cosciente di non poter sbagliare, conta le carte e scopre di avere ancora tante risorse da sfruttare
Garcia, quattro mosse per tenersi il Napoli© FOTO MOSCA
Antonio Giordano
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Per (ri)cominciare, qualcosa andrà pur fatto: si sa dove - per esempio subito, a Verona - e pure quando, ovviamente sempre lì; ma poi bisognerà intuire come, e questo lo dirà il tempo a disposizione, quella spazzolata di allenamenti (cinque complessivi, due o tre con il gruppo completo) che accompagneranno sino al “Bentegodi”. C’è un Napoli che ha cambiato poco, raramente, ha una sua struttura, insegue però un’identità: lo ha fatto confusamente, in quelle ibride manifestazioni in cui è apparso poco del passato e pure del presente, però qualcosa è emerso, in attesa delle certezze che Garcia sta provando ad afferrare. Le sicurezze sono note (il blocco storico), le insicurezze si sono intraviste (tendenza a sterzare dal 4-3- 3), le intuizioni sono evaporate (Raspadori un po’ ovunque), le rivoluzioni hanno fatto male (fuori Kvaratskhelia; poi fuori Osimhen; poi fuori Osimhen, Lobotka e Zielinski); le speranza devono germogliare (Lindstrom più di Cajuste) e le scelte non possono essere congelate. Ma ci sono quattro tentazioni che Rudi, parlando con Rudi, ha inserito nella propria agenda, in attesa dello scoglio di sabato prossimo.

Napoli, il portiere

O anche e 1: cioè il portiere che, poverino, viene incolpato di qualsiasi micro-“crimine” difensivo. Non c’è “orrore” che non gli sia stato attribuito e il venticello della calunnia poi s’intrufola anche al Maradona, dove qualche borbottio s’è avvertito con la Fiorentina: anche se prima del gol di Brekalo, Martinez Quarta ha “fregato” sul tempo Di Lorenzo e l’ha messa sul palo, per il tap in. Meret è responsabile a prescindere, talvolta, nell’aria greve d’uno stadio stordito, e l’ambiente ha un peso o può crearlo: Gollini ha ricominciato ad allenarsi, torna ad essere un concorrente, ha la personalità e la faccia tosta per affrontare la bufera, ha la considerazione dell’allenatore e diventa un’opzione. Non c’è voglia di turnover, in quella zona del campo dove è preferibile evitare gratuite fibrillazioni: i portieri sono uomini terribilmente soli ma visto che l’organico s’è allungato, per bloccare gli spifferi conviene dare uno sguardo dietro l’uscio.

Napoli, la difesa

Nel Napoli originario, modello Garcia, Natan ha dovuto studiare dalla panchina: era arrivato il 6 agosto, aveva fatto in tempo a vedere due partitine e a farsi qualche fugace seduta, non conosceva né la lingua né le diagonali. Ha studiato al fi anco di Juan Jesus, ha debuttato per cause di forza maggiore (a Braga ma nel finale; seriamente a Bologna, per l’infortunio del suo connazionale), ha messo assieme 360', buone cose sommate ad altre da definire: è diventato una forza non solo fisica ma pure espressiva. E ora, a difesa completamente schierata - con Rrahmani e Juan Jesus disponibili, s’intende - Garcia può orientarsi liberamente a stabilire le nuove gerarchie. Natan gli piace al fianco di Rrahmani, abbinamento vietato dalla sorte: può succedere al rientro, a Verona, quando si profilerà la formazione. Altrimenti, ed è banale, ritoccherà a Juan Jesus. Oppure sarà una indispensabile rotazione, aspettando poi Union Berlino e Milan. Ma comunque è un passo in avanti verso una libertà che la sorte un po’ ha negato.

La doppia vita di Mario Rui

Da ventotto presenze, 2149' e otto assist in nove mesi a sei partite, 232’ e una valanga di polemiche in nove partite: la strana doppia vita di Mario Rui è nei numeri, che non mentono ma certo non dicono tutto. Il sinistro del professore di Spalletti sta in panchina, o nelle bufere, però adesso dovrebbe toccare di nuovo a lui: Olivera, il titolare, è in Nazionale, rientrerà dopo aver affrontato il Brasile proprio prima di mettersi in viaggio verso Verona (e felice per il gol segnato contro la Colombia, l’altro giorno), ma stavolta un po’ di riposo dovrebbe spettargli. Forse!

Dov’è Elmas?

E dov’è finito Elmas? L’uomo ovunque (esterno di destra e di sinistra, mezzala, trequartista, con Spalletti pure falso nueve) sta seduto - faticosamente, nervosamente - al fianco di Garcia, anzi più in là, che l’ha dimenticato, tranne nei 131' (131) in cui l’ha utilizzato. Quello delle 47 presenze, dei sei gol, dei tre assist può fare anche l’Anguissa, se Garcia non penserà a Cajuste. Verona mica poi è così lontana.


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