Napoli, ritrovato Kvaratskhelia: ora il Lecce e il Real

Khvicha ha rotto l’incantesimo contro l’Udinese con una prestazione super, il primo gol stagionale e l’assist a Simeone: gli azzurri ritrovano il loro gioiello
Napoli, ritrovato Kvaratskhelia: ora il Lecce e il Real© LAPRESSE
Fabio Mandarini
5 min

NAPOLI - Il Maradona ha visto Kvaradona. Lo ha rivisto mercoledì, in grande stile, con lo smoking e la bacchetta magica. Abra cadabra e via: il rigore conquistato, due pali, il gol ritrovato con la destrezza dello scugnizzo e la classe del campione 192 giorni dopo l’ultima rete di marzo, l’assist dipinto per la sentenza di Simeone. E poi, beh, la scena-simbolo: corre verso la curva, esulta, urla di gioia e magari anche un po’ di rabbia da mandare via, e poi prende tra le mani il viso di un bambino, probabilmente un raccattapalle, e urla ancora con lui. A squarciagola. È la fotografia del giorno, l’immagine bella di Napoli-Udinese. Bella più del gol: sono sempre io, sono ancora Kvara. Quello che, come disse lui, gioca un calcio libero e quando tocca il pallone gli sembra di volare. È tornato Peter Pan.  

Napoli, è tornato Kvaratskhelia

«Fenomeno». È così che sua moglie Nitsa definito dopo la partita con gli immancabili social. E poi ci ha messo vicino un cuore, figlio dell’amore, e sulla foto del 4-1 finale l’emoji del silenzio. Ovvero: tutti zitti. Il Napoli è tornato e Khvicha insieme con la squadra. Davanti, in copertina: prestazione super, quella di mercoledì, un mix di giocate, strappi, slalom, tiri, pali, gol, assist, stop. Bellezza e concretezza. E soprattutto l’impressione di quella famosa leggerezza di gamba e innanzitutto testa che fino a un certo punto ha dato a tutti la sensazione che volasse. Stralci e sequenze da grande Kvaratskhelia. Da Kvara, semplicemente: e ognuno completi come gli pare, Kvaradona o Kvaravaggio che sia. Il titolo non cambia. 

Kvaratskhelia torna al gol 192 giorni dopo

Per la cronaca, Khvicha non segnava dal 19 marzo a Torino con il Toro, su rigore, 192 giorni: un calcolo che avrà detestato con tutto se stesso; una montagna di tempo e anche di ansia che ha finalmente scalato. Arrivederci, anzi addio. Tra l’altro, su azione non riusciva a fare centro dalla partita precedente, al Maradona con l’Atalanta, l’11 marzo: quella del gol pazzesco in slalom speciale circondato da otto avversari in area; sette più il portiere. Quasi una nemesi, la successiva siccità. Un incantesimo che anche mercoledì s’era manifestato sottoforma di pali: due, uno con il sinistro e uno il destro. Incredibile. Non ci poteva credere, non ci poteva pensare: ma non sarà un po’ troppo? E così si è stufato e ha reagito: gol con furbizia e delizia, scippo del pallone a Bijol, stop da artista e tocco sotto per scavalcare Silvestri che neanche Holly degli anime giapponesi. E per finire il secondo assist della stagione per la testa del Cholito

Kvaratskhelia, ora il Real Madrid

Il resto è gioia: quella corsa sotto la curva, la carezza urlata al bambino, l’esultanza sfrenata, la fine di un incubo. Perché per un ragazzo di 22 anni che dopo una stagione da favola coronata dal premio di miglior giocatore del campionato e dall’inserimento nella lista dei 30 finalisti candidati al Pallone d’Oro e dei 12 in lizza per il The Best Fifa 2023, dev’essere stata pesante. Più di sei mesi senza gol, più di sei mesi a sentirsi chiedere, perché?, e ad ascoltare che magari, in fondo, pensavano tutti che fosse amore e invece forse era un calesse. Ma sì, è venuto fuori di tutto: e alla fine è uscito fuori lui, Kvara. Il gemello di Osi, il giovane brillante del calcio mondiale. La pressione è scesa, un bel po’, e ora può riprovarci sia domani con il Lecce in campionato sia martedì in Champions contro il Real Madrid. Il mito dell’infanzia, la casa del suo idolo Guti e di un popolo di tifosi che un po’ di mesi fa ha sognato di vederlo con quella maglia. La squadra di Ancelotti, re Carlo, uno che a ottobre, un anno fa, l’ha definito: «Speciale». Sarà una notte indimenticabile


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