Napoli, tre mosse per non finire sotto scacco: il piano anticrisi di Garcia

La strategia del tecnico passa attraverso le prossime partite con Braga, Bologna e Udinese
Antonio Giordano
3 min

BRAGA (Portogallo) - Prima d’incamminarsi verso Braga, restandosene con se stesso, Rudi Garcia ha raccolto i propri pensieri, li ha sistemati nel proprio ufficio, poi ha fatto qualche passo più in là e si è spinto oltre il bagliore del pc: senza confondere il sacro con il profano, pur avvicinandosi e sensibilmente a Santiago di Compostela, duecento chilometri più a Nord dell’Estadio Municipal, nel suo viaggetto tortuoso verso l’ignoto, ci sarebbe bisogno pure di un aiutino dall’Alto. E San Gennaro, in un 19 settembre calcisticamente opaco, più di un miracolo - il suo - non ha potuto. Ma nel «pellegrinaggio» tra il Portogallo, poi Bologna e a seguire il Maradona - altro luogo di culto e di fede - con l’Udinese, Rudi Garcia non può avventurarsi nella solitudine a cui sono abituati gli allenatori: e in una vigilia infinita, cominciata sabato sera a Marassi, continuata domenica dando un’occhiata in tv, sviluppata in maniera possente lunedì con lo staff dinnanzi ai video per le analisi più disparate, il martedì nero ha rappresentato quel senso dell’inquietudine che s’avverte ovunque. Nei suoi sette giorni che vanno sfruttati per addolcire De Laurentiis, Rudi Garcia deve adagiare la propria visione del calcio e però fonderla con la Storia che ha ereditato, esprimere una sana praticità e comunque tentando di addobbarla d’una Umana Bellezza. E in sintesi, ma proprio praticamente, allontanare non più le ombre, semmai i fantasmi che chi vive di calcio sa perennemente agitati intorno alle panchine.

Il futuro

Garcia è uomo di mondo, consapevole delle perfidie dei rimbalzi del destino, del quale è padrone un pallone bizzarro oppure no, semplicemente testimone del tempo, di quelle difficoltà che per 115 minuti prima la Lazio e poi il Genoa hanno ingigantito: e il Napoli, che per un biennio - nella sublime recitazione del football di Spalletti - è stato accostato ad una dimensione sovrannaturale, senza piaghe e né difetti, in realtà appartiene ad un universo pure normale, quasi banale, nel quale non c’è spazio per romanticherie di pancia, se di mezzo ci sono le Champions League - quella di oggi, quella che verrà, persino più prodiga - e quindi talmente tanto danaro da far perdere la vista.

Adl controlla

Da Braga, in diretta televisiva, Garcia verrà amabilmente «vivisezionato» da Aurelio De Laurentiis, rimasto a casa per essere al matrimonio del Rettore della Federico II, Matteo Lorito, però poi salito immediatamente sulla propria Cattedra, quella che qualsiasi presidente, Adl incluso, si assegna nella buona e pure nella cattiva sorte. Braga-Napoli è un esame oppure una presa di coscienza sullo stato dell’arte, lo sa pure Garcia, che De Laurentiis terrà poi come relazione di questa settimana, una specie di tour ma non certo un percorso spirituale, in cui al Napoli servirà rialzarsi e camminare. Meglio ancora se corresse. Prima che poi sia già (clamorosamente) troppo tardi.


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