Victor contro Osimhen. Ciclone e anticiclone. Di testa, di piede, di forza, di rapina e finisce così: Osi batte Osi. Più forte di se stesso: 10 gol in 8 partite in serie. Prima di lui, nella storia del Napoli, nessuno era riuscito anche solo a fare centro in 7 giornate consecutive di campionato, eppure non gli è bastato ed è andato oltre. Primato ritoccato esattamente come i numeri della sua straordinaria stagione da capocannoniere e da campione: 19 gol in 20 presenze collezionate in Serie A in questa stagione, 21 in 25 comprese le coppe, e il 15º posto nella classifica dei cannonieri azzurri di tutti i tempi e in tutte le competizioni è soltanto suo con 49 reti in 87 partite. Superato Lavezzi, il Pocho che ha detto 48, e ora nel mirino c’è Jeppson a quota 51. Mai domo, mai sazio, praticamente implacabile. Devastante e decisivo, il fuoco negli occhi disegnati dalla maschera che sventola ogni volta a dispetto di Zorro: che si sappia chi è l’uomo mascherato. Il primo ad andare in doppia cifra da gennaio nei cinque tornei maggiori d’Europa (10 gol) e il secondo per media realizzativa alle spalle di Haaland: «Lui è un top e bisogna riconoscergli i meriti per le grandi cose che sta facendo. Anch’io sto vivendo una delle migliori stagioni della mia carriera, mi sento benissimo. E voglio continuare». Si scrive Osimhen, si legge Supermhen.
Il simbolo
E allora, Victor-vittoria. Un’altra, l’ennesima di una stagione finora indimenticabile nel segno di Osi. Uno dei totem e forse il simbolo più brillante del carattere, dello spirito e della forza del Napoli che cavalca verso lo scudetto: Spalletti ha svelato il messaggio lanciato ai compagni alla fine del primo tempo - non dimenticare la sconfitta di dieci mesi fa - e lui stesso conferma l’episodio. «È bello sentire la fiducia dell’allenatore e dei ragazzi. Ci siamo ricordati dell’ultima sconfitta, di quello che è accaduto a Empoli nello scorso campionato: eravamo in vantaggio per 2-0 e poi abbiamo perso 3-2. Sono molto felice di aver portato a casa altri tre punti. Non era assolutamente facile».
La roulette
I gol, invece, sono ormai routine: 19 in campionato, 17 nelle ultime 15 partite e 10 nelle ultime 8 di fila. Prima di Victor, secondo più giovane nell’era dei 3 punti, erano riusciti nell’impresa: Muzzi con il Cagliari nel 1994-95 (8 gol in 8 partite), il più giovane; Barreto con il Bari nel 2009-10 (9 in 8); Vieri con l’Inter, però a cavallo delle stagioni 2001-02 e 2002-03 (9 in 8); Volk con la Roma nel 1930-31 (10 in 8); Altafini con il Milan nel 1958-59 (12 in 8); Zapata con l’Atalanta nel 2018-19 (14 in 8). E ancora: Osimhen è il primo a mettere la sua firma in calce a 8 partite consecutive dai tempi di Cristiano Ronaldo, autore di 11 reti in 8 gare tra dicembre 2019 e febbraio 2020. Una roulette. Altro traguardo in vista: con 43 gol, Osi è il secondo giocatore africano più prolifico in Serie A alle spalle di Weah, primo con 46.
Lucio e Didier
Nella sua ennesima giornata da leader c’è spazio anche per Spalletti: «Un tecnico estremamente esigente: anche in allenamento urla e ci sprona. Ci chiede il massimo e noi facciamo di tutto per ripagarlo. Personalmente mi motiva molto e mi corregge quando sbaglio: voglio continuare a lavorare così e a migliorare. Proprio come i miei compagni». Gli applausi di Drogba, il suo mito, sono stati un premio ripagato con una conferma ulteriore: «Da piccolo era il mio idolo, sì: è stata una grande sorpresa aprire i social e scoprire i suoi complimenti. Mi ha motivato tantissimo, sono davvero felice. È sempre fantastico leggere un suo messaggio».