NAPOLI - Victor Osimhen è nato due volte: il 29 dicembre 1998, e ciò significa che oggi festeggia il suo ventiquattresimo compleanno (auguri) e poi il 21 novembre 2021, quando in uno scontro in volo con Skriniar si frantumò letteralmente orbita e zigomo sinistro e, per sua stessa ammissione, ci avrebbe potuto rimettere la vita (auguri di nuovo). Fa tremare soltanto a raccontarlo un anno dopo, figuriamoci a viverlo: meglio non pensarci. Sì, meglio cancellare e ripartire come solo lui sa fare: Osi il leone. Il leone mascherato: l'unica traccia visibile di quella storia - viti e placche a parte - è proprio la famosa maschera protettiva modello Zorro che continua a indossare nonostante sia perfettamente guarito e conoscendolo un po’ il 4 gennaio, guardandosi allo specchio prima di tornare a sfidare l'Inter a San Siro, quell'aggeggio gli ricorderà quanta strada ha dovuto percorrere per arrivare dov’è ora. In cima alla classifica dei cannonieri del campionato: 9 gol in 11 partite, uno ogni 100 minuti. Straripante. Decisivo. Più semplicemente: Osimhen.
Tabù San Siro
E allora, buon compleanno: oggi Victor arriverà al centro sportivo di Castel Volturno, si allenerà insieme con la squadra e poi, possibilmente, brinderà ai suoi 24 anni insieme con la famiglia azzurra. Anno fondamentale, quello appena trascorso; anno che ha vissuto a mille all'ora nonostante una serie di problematiche messe in fila proprio dalla sua ultima passerella al Meazza: novembre 2021, dicevamo, e poi chi l'ha visto più quel tempio del calcio. Già: a causa del tremendo infortunio con l'Inter saltò poi la successiva trasferta con il Milan e quella di settembre, ancora con i rossoneri, è andata a farsi benedire per il problema muscolare rimediato con il Liverpool in Champions. Che brutto rapporto, quello tra Osi e San Siro: urge una pace, quantomeno una tregua. Magari un gol: il primo a una milanese.
Compleanno fantastico
Finora, dicevamo, sono 9 i suoi graffi in campionato: con il Verona e il Monza in apertura e il resto nelle sei partite giocate dopo aver smaltito l'infortunio di coppa. Un ciclone: 7 reti in 6 giornate, con tanto di perla all'Olimpico con la Roma, tripletta con il Sassuolo e prestazione super con l'Atalanta. Decisivo, appunto: la crescita degli ultimi tempi è stata straordinaria e costante sia sotto l'aspetto professionale, sia sotto il profilo umano. Uomo, padre: a ottobre è nata Hailey True, la sua primogenita, e la vita di Victor è cambiata ancora. In meglio: ogni gol è dedicato a lei, ogni cosa è per lei. E la scena di lui con la bimba al lunapark immortalata qualche giorno fa è l'essenza di tutto questo. Sarà un compleanno fantastico, quello che festeggerà oggi con la sua famiglia e con il suo manager, Roberto Calenda; ci sono anche loro dietro le quinte della nuova vita di Osimhen.
Gol scudetto
Da domani, poi, di nuovo al lavoro verso Milano. Verso l'Inter: la Nigeria non ha partecipato al Mondiale, questa volta no, e così Osi non fa che pensare al campionato e allo scudetto. Al ritorno in campo dopo una pausa lunga quasi due mesi, facciamo anche estenuante, che però, guardando le amichevoli giocate tra la Turchia e il Maradona, non sembra aver interrotto la magia. «Mi è piaciuta molto la prestazione di Osimhen, nei movimenti e nelle vampate», ha detto Spalletti dopo il Lilla. Ma per la verità aveva lasciato il segno anche con il Villarreal: il fulmine dell'1-1 scagliato alle spalle di Reina resta una delle poche cose da salvare di quella serata. Serata tra amici, certo: a San Siro con l'Inter sarà tutta un'altra storia. Sì, servirà ben altro: magari un gol da scudetto.