Agosto, Spalletti mio non ti riconosco. Ci è parsa eccessiva la modalità da pompiere adottata ieri dall’allenatore del Napoli in conferenza stampa. Non ci aspettavamo trionfalismi, né spacconate. Ma nemmeno di trovarci di fronte il clone comunicativo di Mazzarri o di Sarri. Per noi Spalletti è e sarà sempre il padre della frase iconica «lamentarsi è da sfigati». Non è che si sia proprio lamentato, però ci è andato molto vicino.
La frase «siamo gli stessi di prima ma con meno esperienza, meno presenze in Champions, meno personalità» equivale a un bel po’ di mani avanti. Così come «tutte si sono rinforzate e tante sono andate a prendere calciatori facendo valutazioni diverse da noi che siamo stati attenti ai costi e a ringiovanire la squadra. Altri hanno fatto investimenti anche per vincere subito». Un gioco in difesa insolito per l’uomo di Certaldo. Il Napoli ha realizzato un mercato importante. Giovane ma non solo, ammesso – e non concesso – che giovane sia un’accezione negativa.
È chiaro a tutti che è un Napoli rinnovato. La settimana scorsa è stato lo stesso Spalletti a spiegare che De Laurentiis gli aveva illustrato il progetto già un anno fa, al suo arrivo. Ha sempre mostrato e dichiarato di aver accettato con entusiasmo e ora che succede? Un dubbio ce l’abbiamo e lo ha fugato lui con quella risposta amara: «L’entusiasmo in città è che venite in hotel e ci venite a prendere fuori come è successo lo scorso anno». Evidentemente non l’ha digerita Spalletti e francamente non ha torto. Il terzo posto - dopo che all’inizio nessuno avrebbe puntato un centesimo sul Napoli - si è tramutato in un’assurda e autolesionistica contestazione con l’aggravante di quell’ignominioso striscione sulla Panda rubata. È rimasto scottato e probabilmente pensa che resterebbero scottati i suoi giocatori che hanno la pelle meno dura. Ha imparato a conoscere l’ambiente e ha deciso di indossare l’armatura alla Mourinho.
Lo comprendiamo. Però gli chiediamo di non rinunciare alla sfrontatezza che con lui abbiamo sempre visto. Il Napoli ha perso qualcosa dal punto di vista dell’esperienza (ma sono arrivati comunque Ndombele, Sirigu, ed eventualmente Navas porterebbe con sé tre Champions che a Napoli chi le ha viste mai) ma può compensare con l’entusiasmo, l’esuberanza, persino l’incoscienza. Che ora, finalmente, sembrano aver contagiato anche il pubblico. Nessuno chiede lo scudetto. Però non togliamoci da soli la leggerezza.