NAPOLI - Le prime persone informate sui fatti dell'affare-Osimhen, concluso a luglio 2020 tra Napoli e Lilla, sono comparse ieri sulle scena: i calciatori Luigi Liguori e Ciro Palmieri, attualmente tesserati con l'Assc Ercolanese (Eccellenza) e la Nocerina (Serie D) - e all'epoca dei fatti ceduti al club francese come contropartita tecnica insieme con Orestis Karnezis e Claudio Manzi - sono stati ascoltati negli uffici della Procura di Napoli. Nei prossimi giorni i pm titolari dell'inchiesta, l'aggiunto Vincenzo Piscitelli e il sostituto Francesco De Falco, ascolteranno anche Karnezis (ritirato) e Manzi (Turris, Serie C): del resto è la valutazione dei quattro cartellini ad essere finita nel mirino; un valore che ad aprile anche la Procura federale aveva ipotizzato improprio nell'ambito del cosiddetto Caos Plusvalenze: la Giustizia Sportiva, però, ha prosciolto tutti i club coinvolti in due gradi di giudizio. Napoli compreso. Gli inquirenti, per il momento, non hanno chiesto di ascoltare gli indagati con l'ipotesi di falso in bilancio in concorso: il presidente Aurelio De Laurentiis; suo figlio Edoardo e sua moglie Jacqueline Baudit (vicepresidenti); sua figlia Valentina (consigliere delegato del CdA); e Andrea Chiavelli (amministratore delegato). De Laurentiis senior, tra l'altro, dovrà rispondere anche dell'accusa di dichiarazione fraudolenta.
L'inchiesta
E allora, l'inchiesta: i pm Piscitelli e De Falco hanno convocato ieri i due attaccanti Liguori e Palmieri - persone informate sui fatti - e a seguire toccherà a Manzi e Karnezis. Il poker delle contropartite tecniche di un affare da 71.250.000 euro così articolato: in cambio di Osimhen, nel 2020 il Napoli trasferì al Lilla 50 milioni cash e i cartellini di Karnezis (valutato 5.130.000); dei ragazzi della Primavera, Palmieri (7 milioni) e Manzi (4 milioni); e del giovane Liguori (4 milioni). Anche i pm di Napoli, come la Procura Federale, ipotizzano plusvalenze fittizie. La cessione di Osi, conclusa dall'ex proprietario del Lilla, Gerard Lopez, è già al centro di un'inchiesta in Francia, nel mirino della procura della città francese: non a caso alla perquisizione della sede sportiva del Napoli di Castel Volturno, eseguita martedì in parallelo con quella nella sede di Roma della FilmAuro, abbiano assistito due funzionari della della Direction zonale de police judiciaire Nord di Lilla (DZPJ).
L'avvocato Fulgeri
Per gli inquirenti, dicevamo, il club avrebbe operato sui bilanci facendo leva sulle famigerate plusvalenze: «Il presidente De Laurentiis è negli Stati Uniti ma siamo in contatto», spiega l'avvocato Gino Fabio Fulgeri, stimato penalista napoletano a cui è stata affidata la tutela di DeLa e degli altri indagati. «La società è assolutamente serena: la vicenda è già stata trattata in sede di giustizia sportiva e le sentenze sono state favorevoli in due gradi di giudizio. Da un punto di vista sportivo non ci saranno conseguenze, a meno che non emergano fatti nuovi di rilevanza tale da stimolare approfondimenti». L'ipotesi di reato è falso in bilancio: «Le valutazioni dei calciatori non sono tecnicamente omologate e neanche determinabili attraverso normative: sono molto aleatorie. Gli inquirenti ritengono che alcune valutazioni non sarebbero corrette, in particolare quelle dei quattro giocatori ceduti, e che l'operazione sarebbe in parte inesistente: essendo indicate in bilancio influirebbero sul regime fiscale, ma i pm sono di altissimo livello e la magistratura ordinaria saprà valutare la realtà con serenità così com'è accaduto in sede sportiva». De Laurentiis dovrebbe rientrare da Los Angeles il 3 luglio: «Per il momento la Procura non ha chiesto di ascoltare i membri del CdA del Napoli, ma non escludo che possa accadere. Vicende del genere durano come minimo sei mesi».