Prima di far partire le cartoline da Toronto (ammesso che si usino ancora), ci sono almeno un paio di cose che Lorenzo Insigne dovrà stampare nella propria mente e nella storia che gli appartiene: c’è un lungo viaggio da affrontare, durerà un tempo che sa di infinito, perché nelle valigie e semmai negli angoli più nascosti della propria memoria, rimangono spazi da colmare. […] Ma c’è un orizzonte ampio nel quale perdersi, ondeggiando con la fantasia e provando a spazzare via la polvere dalla maglietta: l’ultima volta in cui, distribuendo cuoricini a uso e consumo della telecamera per la sua famiglia, Insigne riuscì a segnare su azione, fu l’11 maggio scorso. [...] Cinque volte Insigne ma sempre e solo rigore. Però c’è stata un’epoca, stagione 2016- 2017, che le cose andarono più o meno alla stessa maniera: cinque gol sino alla ventunesima e poi, da quell’attimo fatale in po’, altre tredici firme, riempiendo il curriculum vitae di prodezze che sono state necessarie (anche quelle, ovvio) per arrivare a centoquindici, sino a Maradona. Stavolta non è diverso e l’insidia della pressione, dell’idea di liberarsi di quella ossessione per lasciare di sé altri souvenir, resta soffocata da quella maturità mostrata ripetutamente in queste dieci stagioni che sanno di Napoli e di lui.