Dopo aver letto i tweet di Aurelio De Laurentiis, in qualità di direttore responsabilissimo di questo grande giornale, mi sento di dovere delle scuse ai tifosi napoletani. Ci siamo sbagliati: il nostro Antonio Giordano, autore di quello che pensavamo fosse uno scoop del quale ha parlato l’Italia che segue il calcio (il sondaggio del presidente con Rafa Benitez), ha preso una topica clamorosa.
La sera di Verona-Napoli (3-1) Antonio deve aver composto il numero sbagliato: ha creduto di raccogliere lo sfogo di ADL ("mando via tutti, Gattuso e anche Giuntoli") e invece stava parlando con PLP, Pierluigi Pardo, il più formidabile imitatore del presidente. Dovreste sentirlo: è identico, fa anche ridere. Il guaio è che Pier, un giocherellone, si è voluto
spingere oltre: entrato nella parte, ha telefonato a Benitez chiedendogli se fosse disposto ad allenare anche da subito il Napoli e l’ha richiamato nei giorni seguenti dopo che il tecnico spagnolo aveva chiesto 48 ore per pensarci su. Non soddisfatto, Pierluigi De Laurentiis s’è rifatto vivo addirittura con Maurizio Sarri, che ha risposto di parlarne con Cristiano, l’amico diesse, non Ronaldo: Ronaldo appartiene al suo passato dimenticabile.
Insomma, si è trattato di uno scherzo, un simpatico (...) cazzeggio: ma noi non siamo soliti prendere in giro i lettori, noi per lavoro destabilizziamo le società di calcio facendo informazione. Il vero De Laurentiis, the original, non ha alcuna intenzione di liberarsi di Gattuso (ne sono felice), né tantomeno di Giuntoli (fake): probabilmente anche Marco Azzi di Repubblica e qualche altro collega sono stati tratti in inganno da Pardo che andrebbe punito severamente vietandogli gricia e cacio e pepe.
Adesso sappiamo che al Napoli è tutto a posto, i rapporti sono regolari, e mentre Giordano cancella il numero del bravissimo telecronista di Mediaset e Dazn, noi gettiamo acqua sul Vesuvio dai nostri Canadair augurando a Rino, Giuntoli e al Napoli le migliori fortune. Le loro sono anche le nostre. L’ottimo Giordano non lo bruceremo sul rogo. Lui fa Antonio, non Bruno.