NAPOLI - Ogni volta, ed è capitato per 259 volte, l’unica domanda da porsi, entrando in uno stadio che non era nient’altro e nulla di più d’uno stadio, restava sospesa nell’aria, aspettandone la risposta che puntualmente sarebbe arrivata. E stasera, invece, in quell’involucro vuoto, ma che saprà ancora (e per sempre) di lui, sarà inevitabilmente rimanere in silenzio, increduli e pure addolorati, perché questo lutto Napoli non l’ha elaborato e chissà quando riuscirà a farlo. Di quel San Paolo ch’è stato il suo teatro, un luogo riservato agli umani nonostante lui fosse un marziano, c’è lo scheletro e tutto ciò che appartiene ad un’architettura antica anche se però rimodernata: però da oggi, in quel giardino all’aperto, Diego Armando Maradona continuerà a passeggiare, lo farà ondeggiando tra i ricordi su spalti deserti, che un giorno si riempiranno e proveranno a sentire il rumore sordo del sinistro, a scorgerne il sorriso «canagliesco» e assai scugnizzo, però danzando in una perplessità stordente.
Argentina, è morto Sabella: si era sentito male per Maradona
Maradona, volano gli stracci tra figlia e avvocato: "Topo immondo, miserabile"
Gol e statue
Non si poteva sfuggire a un atto dovuto dalla Storia, non c’è stata erba più verde per Diego di quella che a Fuorigrotta l’ha lasciato galleggiare in questa immensità; e però è così irreale questa nottata in cui Napoli deve anche fisicamente rassegnarsi all’assenza del suo «messia» e limitarsi ad afferrarne, ovemai fosse possibile, la sua presenza, che rientrerà magari tra le umanissime suggestioni. C’è già una fermata della Cumana, ci sono i murales con i lumini accessi e sorgerà una Statua e pure la Metropolitana e un Museo saranno per lui, senza però mai riuscire a sapere di Diego, con i suoi centoquindici gol, i due scudetti e la coppa Uefa e la Coppa Italia e la Supercoppa e quella rivoluzione rumorosa che ha rapito le coscienze. [...]
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio