NAPOLI - C’è qualcosa di nuovo, che si mischia all’«antico», in questo tempo sospeso in cui è lecito ed anche necessario, si direbbe indispensabile, lasciarsi andare: sono volati via (quasi) tre mesi, ma c’è stato modo di allungare uno sguardo nella nebbia, per capire cosa fare, quando farlo e come farlo. E pazienza se poi bisogna gettare via nel cestino qualche disegnino in cui è stata tracciata un’idea. Mertens cambia le strategie, le rimescola, sancisce - ormai di fatto - l’addio di Milik, che sarebbe rimasto se avesse avuto percezione di non dover essere costretto, da un amico che gli vuole bene, a starsene gerarchicamente in panchina: ma è tutto scritto negli almanacchi, basta andarsi a rileggere i numeri dell’ultimo triennio, quello nel quale Mertens ha scoperto - dopo il secondo crociato di Milik - d’essere una prima punta, modernissima. E quindi, adesso saremo all’ultimo ballo del polacco, che ha una serie di corteggiatori sparsi per il Vecchio Continente, e può farsene una ragione: addio Napoli, lo suggerisce il buon senso e anche la scadenza del contratto (2021). ma gli acquirenti scopriranno che non si «regala» nulla e che serviranno più o meno cinquanta milioni di euro per comprarsi i gol di un ventiseienne, con un carattere talmente forte da aver saputo superare anche due interventi chirurgici consecutivi, l’uno dall’altra separati da undici mesi. Parte Milik e arriva Petagna, venti milioni di euro investiti preventivamente con la Spal, ma là davanti sta per partire una giostra che conduce chissà dove. [...]