Napoli-Parma, la probabile formazione di Gattuso

Il nuovo allenatore azzurro si prepara al debutto: ha parlato con Milik ("Sei al centro del progetto") e ha consegnato a Insigne la libertà di tornare al gol
Napoli-Parma, la probabile formazione di Gattuso© SSC NAPOLI via Getty Images
Antonio Giordano

CASTEL VOLTURNO - Sarà 4-3-3: e se dovessero sembrare numeri, o un linguaggio in codice, converrà ricredersi, uscire dal conformismo dialettico, e pensare che forse, senza esagerare, questa è una scelta di vita calcistica. L’eleveranno a mantra o a qualcosa che gli somigli, sa di liturgia tattica in salsa napoletana, più o meno una fede divenuta irrinunciabile, probabilmente perché è rimasto negli occhi il poster d’un triennio del quale (quasi) nessuno è riuscito a spogliarsi. Eppure ci sono state ragioni per ricredersi - mica soltanto le gare con il Liverpool - ma non si esce da quel labirinto ideologico nel quale (il) Napoli s’è tuffato: e Gattuso, semplicissimo, è stato scelto anche per questo, perché gli piace proprio essere da tridente. Certo è diverso nella pratica, ognuno ha i propri metodi, ma il sospetto che stavolta servisse anche Freud a spazzolare la testa è compreso nel discorso: perché in quel modo, 4-3-3, si assorbe psicologia spicciola per togliere gli alibi al Napoli e provare a tirargli fuori ciò che sa.

Gattuso al Napoli: rivivi la giornata in diretta

La rumba dello scugnizzo 

4-3-3, così chi vuole può provare anche il tiro a giro, per uscire dagli equivoci e smetterla di tormentarsi, di inseguire i fantasmi del passato, rimanendo ai margini del proprio talento. 4-3-3 vuol dire, per cominciare, che la rumba dello scugnizzo, in arte Lorenzo Insigne, va in onda con precisione alle 18 di domani, contro il Parma, e da quel momento, e per le successive due circa, dovrà essere una corsa leggera per liberarsi dell’ossessione del gol che al fischio d'inizio approderà a 52 giorni in assoluto (a Salisburgo, il 23 ottobre, l'ultima perla) e ad 83 in campionato (addirittura a Lecce, ma su rigore,il 22 settembre).


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Gattuso punta su Milik

Però qualcosa è cambiato e il destino ha consegnato immediatamente a Gattuso il centravanti fisico ch’è mancato, quello «scavezzacollo» che ha dovuto sopportarne d’ogni genere e specie, che Ancelotti ha vissuto come rimpianto, e che con il Genk s’è portato il pallone a casa: l’acido lattico si fa sentire, ovvio, perché erano quasi una quarantina di giorni che Milik s’era fermato per una infiammazione alla zona pubica, ma il gol rigenera, sostiene il colloquio riservato con Gattuso ha provveduto a scatenare l’autostima. «Io credo in te e tu sei al centro del mio progetto». Ma anche al centro dell’area, centravanti buono per qualsiasi soluzione, tridente compreso, con un fisico bestiale da sfruttare.

La diga la farà Allan, al suo fianco Zielinski e Fabian

Ma questi sono giorni didatticamente utili per conoscersi, anche personalmente, caratterialmente, per confessarsi, per dirsi anche ciò che non si dovrebbe, che non si potrebbe e che Gattuso ha preteso da ognuno, nelle chiacchierate private sfruttate per svelarsi reciprocamente, per affrontare il futuro più immediato senza portarsi dentro alcun tipo di malinconia. A destra, come da sette anni in qua, ci va Callejon, che ha staccato Lozano in virtù di conoscenze tattiche ritenute d’impatto immediato; e a centrocampo la diga la fa Allan con Zielinski e Fabian che gli staranno al fianco e saranno gli ispiratori delle giocate offensive, le menti pensanti per attaccare lo spazio e costruirsi la superiorità tra le linee anche con il fosforo.

La linea difensiva con Hysaj a sinistra

Un’altra ora e mezza di campo, per ridisegnare la linea difensiva a modo suo, per osare una mossa squisitamente anti-Parma, Hysaj a sinistra nella zona in cui andrà ad attaccare presumibilmente Gervinho, e poi adrenalina e anche il cuore e una «energia positiva» da scovare semmai dentro ad un sorriso. Che nel modulo, 4-3-3 o quel che vi pare, ci sta sempre bene: è la diagonale di passaggio per uscire dal tunnel.


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CASTEL VOLTURNO - Sarà 4-3-3: e se dovessero sembrare numeri, o un linguaggio in codice, converrà ricredersi, uscire dal conformismo dialettico, e pensare che forse, senza esagerare, questa è una scelta di vita calcistica. L’eleveranno a mantra o a qualcosa che gli somigli, sa di liturgia tattica in salsa napoletana, più o meno una fede divenuta irrinunciabile, probabilmente perché è rimasto negli occhi il poster d’un triennio del quale (quasi) nessuno è riuscito a spogliarsi. Eppure ci sono state ragioni per ricredersi - mica soltanto le gare con il Liverpool - ma non si esce da quel labirinto ideologico nel quale (il) Napoli s’è tuffato: e Gattuso, semplicissimo, è stato scelto anche per questo, perché gli piace proprio essere da tridente. Certo è diverso nella pratica, ognuno ha i propri metodi, ma il sospetto che stavolta servisse anche Freud a spazzolare la testa è compreso nel discorso: perché in quel modo, 4-3-3, si assorbe psicologia spicciola per togliere gli alibi al Napoli e provare a tirargli fuori ciò che sa.

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4-3-3, così chi vuole può provare anche il tiro a giro, per uscire dagli equivoci e smetterla di tormentarsi, di inseguire i fantasmi del passato, rimanendo ai margini del proprio talento. 4-3-3 vuol dire, per cominciare, che la rumba dello scugnizzo, in arte Lorenzo Insigne, va in onda con precisione alle 18 di domani, contro il Parma, e da quel momento, e per le successive due circa, dovrà essere una corsa leggera per liberarsi dell’ossessione del gol che al fischio d'inizio approderà a 52 giorni in assoluto (a Salisburgo, il 23 ottobre, l'ultima perla) e ad 83 in campionato (addirittura a Lecce, ma su rigore,il 22 settembre).


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