NAPOLI - È l’ultima sfida, sa di provocazione, o forse è semplicemente una risposta: ma è segnale, lo si coglie e s’avverte limpidamente (semmai fosse possibile), nel clima torbido che avvolge il Napoli. È un braccio di ferro o forse semplicemente la tentazione di non porgere l’altra guancia standosene lì a subire - e ancora e ripetutamente - ma sa pure di ribellione a questo clima malsano che si respira, e da tempo, e comunque in quella decisione c’è il senso d’un gesto esemplare e però anche «punitivo»: offendere il Napoli ora ha un prezzo, bastano diciotto euro, la diff erenza di quanto è costato sino all’altro ieri (in partite di terza fascia) un biglietto in curva e quanto invece bisognerà pagare, come domenica sera, per vedere il Cagliari. Le quattro giornate (di campionato) del Napoli cominciano con una disposizione «politicamente» forte, è un messaggio che De Laurentiis - senza che si ritenga ciò dietrologia, né interpretazione libera dei fatti - ha spedito ai contestatori di Frosinone, a chi ha restituito ingenerosamente la maglia a Callejon, alle ostilità sfuse e a pacchetti confezionate in questo medio-lungo termine in cui s’è letto, sentito e ascoltato di tutto, soprattutto da Parma in poi, e che domenica, allo «Stirpe», è scivolata sino all’ingratitudine nei confronti d’un giocatore-modello.