Milan, lettera affettuosina a Gerry senza Tom

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Ivan Zazzaroni
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Caro Cardinale, lei con una sola intervista rilasciata alla Harvard Business School s’è fatto una serie record di nemici avendo sparato un bel po’ di str... anezze.  
La sua strategia calcistico-industriale non la discuto: mi basta il campo. Ma quando afferma che «vincere campionati è un obiettivo importante, ma bisogna farlo con intelligenza», finisce per spiazzarci. Mi tolga una curiosità: ha chiuso con Maldini, l’uomo dello scudetto, per eccesso di competenza di Paolo? 
And now la prima perla: «L’Inter ha vinto lo scudetto l’anno scorso e poi è andata in bancarotta». Zhang, non l’Inter, caro Gerry: Zhang, non il club. La saluta Marotta, amico di Scaroni, con mutato affetto.  
Terza perla, sulla cessione di Tonali: «Non lo abbiamo venduto perché ne avessimo bisogno: abbiamo incassato 70 milioni più un earn-out di 10 milioni, la cifra più alta di sempre in Serie A. E grazie a quella cifra abbiamo acquistato sei giocatori rinnovando la squadra. Non vendiamo per necessità, vendiamo per opportunismo». Le ricordo che lei è al vertice di uno dei club più titolati al mondo che oggi rischia di non entrare in Champions anche grazie a cessioni opportunistiche. 
E qui lei dimostra di non aver capito il Milan e il calcio: «La maggior parte di coloro che investono in società sportive lo fanno perché sono coinvolti emotivamente. Mettono la vittoria dei campionati al di sopra di tutto il resto e questo spesso li porta a commettere l’errore di pensare che spendere troppo per schierare una squadra di stelle sia linearmente correlato alla vittoria, ma questa è la cosa peggiore che puoi fare come investitore». 
Ma se il Milan non vince cosa le torna indietro? Criptofischi e criptocori? 
Maledetta stampa: «Ho smesso di leggere i giornali, perché possono semplicemente inventarsi tutto. Vedo tutto questo come una catena di valore con diversi componenti. I tifosi fanno il loro lavoro, ma il problema è che la maggior parte degli altri componenti della catena rende più difficile per noi offrire il meglio ai tifosi. I media spesso non aiutano, e nemmeno il governo. Di recente hanno tolto i vantaggi fiscali che ricevevamo quando pagavamo i giocatori, rendendo ancora più difficile per noi competere con altri campionati. In che modo questo ci aiuta?». 
Legga i social, si divertirà. 
Infine il confronto col passato e col Milan di Berlusconi: «Quello che Berlusconi ha fatto con il Milan mi ricorda ciò che George Steinbrenner ha fatto con i New York Yankees. Entrambi stavano “comprando” campionati. Negli anni ’80 e ’90 era possibile farlo, ma ora non possiamo più permettercelo. Stiamo competendo con club di campionati più ricchi e non possiamo permetterci di pagare i giocatori quanto li pagano loro. Dobbiamo spendere ogni dollaro in modo più intelligente rispetto ai nostri rivali». 
Rijkaard, Gullit, Ancelotti, Van Basten, Donadoni, Weah, Sacchi preso dal Parma, Capello tecnico cresciuto in casa, Inzaghi, Nesta, i quattro (o cinque) fenomeni dietro li aveva già. A Berlusconi l’intelligenza, la competenza, un’ottima comunicazione e Galliani non mancarono mai.  
Gerry, lei ci è o ci fa? 
Merry Xmas, comunque. 


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