Milan, gli obiettivi di Paulo Fonseca

Leggi il commento sul periodo del tecnico sulla panchina rossonera
Franco Ordine
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Sul piano umano, Paulo Fonseca può e deve ricevere la solidarietà di tutti noi. Continuare a salire vertiginosamente e a precipitare nel buio, continuamente, come lo sta obbligando a vivere questo suo Milan quotidianamente sulle montagne russe, non è una sensazione piacevole. E non è nemmeno rassicurante per i prossimi mesi, a dispetto di quella classifica Champions che gli consentirebbe -sulla carta- di centrare addirittura la qualificazione agli ottavi immediata senza passare dalle forche dei play off di gennaio e febbraio che vuol dire supplemento di partite e di stress per la rosa che già in queste ore ha un deficit numerico tra i centrocampisti dopo gli infortuni di Pulisic e Loftus Cheek cui si è aggiunto Morata (entità lieve). Per questo motivo lo sfogo di mercoledì notte, che ha nell’opinione pubblica prodotto una cancellazione immediata del successo sulla Stella Rossa, non può essere classificato come una trovata alla Mourinho. No, non è una “Fonsecata” insomma anche se negli ultimi giorni - a segnalare il nervosismo del soggetto - c’è stata pure venerdì scorso l’intemerata rivolta all’arbitro La Penna. Indirettamente il tecnico, segnalando a esempio il comportamento di Abraham e Camarda, due assatanati, ha come puntato il dito su chi è parso ancora viaggiare a due cilindri e non soltanto nell’ultima serata milanista. Ogni riferimento a Theo Hernandez è diventato obbligatorio. 

Il “metodo” ha già funzionato con Leao che da qualche settimana a questa parte ha inserito il turbo nelle sue prestazioni arricchite adesso anche dal gol spettacolare di mercoledì notte. Rafa, nelle sue dichiarazioni post Stella Rossa, si è schierato dalla parte del tecnico imitato più tardi da Thiaw a dimostrazione allora che il corpaccione del gruppo ha scelto di pedalare nella direzione giusta. E d’altro canto il vertice celebrato ieri sera nelle viscere di San Siro, tra il management al completo del club, e lo stesso Fonseca in occasione del Natale del settore giovanile, ha certificato proprio questo: e cioè che lo sfogo del tecnico è teso a dare una sorta di ultimo avviso a qualche navigante. È stato poi questo il motivo per il quale al mattino, i cancelli di Milanello, si sono aperti per staff tecnico e squadra senza che arrivassero i dirigenti. Non è la prima volta che Ibra applica la sua filosofia da …calciatore: certe grane devono essere risolte nello spogliatoio, senza interventi mediazioni esterne. E d’altro canto, seduti negli uffici di San Siro, Furlani, Ibra e Moncada, avevano ascoltato in diretta mercoledì notte la filippica dell’allenatore soddisfatto per il risultato non per il calcio esibito. E Ibra, a sentire qualche “relato refero”, è dello stesso avviso. Di sicuro se con Genoa e Verona troveremo qualche esponente di prima linea, seduto in panchina capiremo. Poi ci sarà da completare l’ultima parte del lavoro. Perché se dopo 5 mesi di esercitazioni e allenamenti, non si riescono a eliminare i preoccupanti buchi difensivi, qualche censura all’efficacia degli insegnamenti dev’essere consentita. 


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