Alzi la mano chi ha mai pensato a questa “formula Fonseca” che ha consentito al Milan di rimettersi sul binario vivo e di abbandonare l’inerzia pigra mostrata nei primi 4 turni del torneo. Alzi la mano chi ha mai immaginato che, schierando insieme Leao e Pulisic sui fianchi e aggiungendo poi Morata e Abraham a pestare le zolle centrali, dandosi il cambio da bravi sodali, se si ferma uno, torna indietro l’altro, per tornare a coprire e a recuperare palloni preziosi, si potesse scoprire una vena offensiva mai considerata nemmeno davanti a una dose di ottimismo sfrenato. E invece nelle pieghe della sosta settembrina per le nazionali, guardando il lago di Como dove ha deciso di fissare la sua residenza, Paulo Fonseca ha avuto quella pazza idea trasformata dal derby a ieri sera in una mossa vincente. In psicologia si usa lo stesso metodo per vincere la paura dell’acqua nei bambini di pochi mesi: le mamme coraggiose li lanciano in piscina vedendoli tornare a galla. E così ha fatto il mister portoghese che non ha mai letto la produzione letteraria di Pessoa ma ha sicuramente mandato a memoria qualche manuale militare. Nell’epoca di Leonardo allenatore, successiva a quella inimitabile di Carlo Ancelotti, trovandosi nelle stesse condizioni, il Milan si rifugiò nella fantasia sfrenata di Ronaldinho, Seedorf e Pirlo, così Fonseca ha fatto anche ieri sera contro il Lecce che, a dispetto del risultato, non è affatto un rivale comodo. Non hai coraggio? Ti spingo ad averlo per forza!
Milan, gol a raffica
Il suo è diventato un 4-2-gol perché nel frattempo il Milan è diventato la squadra col maggior fatturato in fatto di reti, nonostante quella falsa partenza. Ma è proprio questo il punto. Il gol non è mai stato un problema, nemmeno nelle stagioni di Stefano Pioli. L’anno scorso, il secondo posto dietro l’Inter e la doppia eliminazione prima in Champions e poi in Europa League, fu scandita proprio da identica tendenza: 96, allo scioglimento della stagione, risultarono i gol fatti, troppi come quelli subiti, 59. Eppure fin dal suo primo giorno a casa Milan, Fonseca non ha mai avuto dubbi. Quella frase che sembrava un eccesso di ottimismo («cerchiamo un calcio dominante») sta lentamente venendo alla luce anche se altre conferme sono attese, specie a livello internazionale per capire se questo schieramento può reggere anche all’urto delle armate europee. Martedì a Leverkusen, col Bayer, è l’occasione propizia per rispondere a quest’altro quesito.