Non solo Leao e Theo, tutti i problemi del Milan di Fonseca: quanti dubbi da sciogliere!

La difesa incassa tanto, l’attacco costruisce poco. La speranza è che il pit-stop sistemi un po’ le cose
Antonello Gioia
3 min

È come iniziare una gara con le gomme piene di graining, logorate, in condizioni nettamente peggiori rispetto agli pneumatici degli altri, ma senza avere Charles Leclerc alla guida. E c'è di più: si può serenamente dire che questo Milan non sia certo una Ferrari. La partenza dei rossoneri in campionato è così: lentissima, caratterizzata da tanti problemi, con gli ingranaggi non oliati e i meccanismi interni già piuttosto usurati. E i tempi sul giro - per restare nel parallelismo con la Formula 1 - sono altissimi: due punti su nove disponibili, in tre partite sono arrivati due pareggi per 2-2, di cui uno acciuff ato sulla linea del traguardo, e la sconfitta di Parma al termine di una prestazione pessima. Passo gara da ultimi posti. E la classifica può solo confermare.

Milan, i tifosi già invocano Allegri

Il nome di Massimiliano Allegri serpeggia tra alcuni milanisti che già lo invocano come nuovo allenatore, ma va tirato concretamente in ballo ora come precedente negativo: era, infatti, da 13 anni che il Milan non cominciava così male la sua Serie A, quando sulla panchina rossonera sedeva proprio Allegri; gli allora Campioni d'Italia in carica collezionarono un 2-2 all'esordio a San Siro contro la Lazio, rimontando due gol di svantaggio (come i rossoneri di Fonseca contro il Torino), la sconfitta a Napoli per 3-1 (gol di Aquilani) e un pari in casa contro l'Udinese per 1-1 (El Shaarawy risponde a Di Natale). Punti pesanti persi e scudetto che, a fine stagione, andò sul petto della prima Juventus di Conte.

Crisi Milan, la luce in fondo al tunnel sembra lontana

Quel Milan, dunque, alla lunga si riprese. Quello attuale ne sarà capace? La stagione è lunga e concede tante opportunità di rinascita, Champions League compresa, ma, ad oggi, la luce in fondo al tunnel appare molto lontana. D'altronde, i rossoneri mettono in mostra di partita in partita sempre gli stessi problemi. Dopo le due gare horror contro Torino e Parma, con la Lazio un po' di accortezza difensiva in più c'è stata, ma solo per un fin troppo limitato periodo di tempo (la mezzora del primo tempo dopo lo 0-1 di Pavlovic). Che non basta di certo. Si pensi, per esempio, alla colossale occasione avuta da Dia dopo una manciata di secondi e sventata sulla linea di porta da Pavlovic: l'alba di un match così, con poca concentrazione e molta disorganizzazione, non poteva prevedere un tramonto indimenticabile. E infatti.

Milan, difesa colabrodo

Restando sui fatti di campo: sei gol subiti in tre partite sono un numero già critico. E, tra l'altro, sono sei gol molto simili. Nuno Tavares come Valeri e Almqvist prima di lui e Ilic e Lazaro prima di loro: sgroppata indisturbata da sinistra, palla in mezzo e gol. Tutto troppo facile. Non che l'attacco brilli. Leao e compagni hanno sì segnato in ogni partita, ma sviluppando poco gioco corale e creando pochi pericoli effettivi; a Roma, per esempio, sono arrivati solo quattro tiri in porta. Insomma: c'è urgenza di un pit-stop che sistemi il sistemabile. La sosta, forse, arriva nel momento giusto.


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