Doveva andare così. Non c’è altra spiegazione. Quando sei costretto ad affrontare la partita della svolta senza Leão, né Okafor; quando a una difesa strutturalmente incompleta vengono a mancare prima Kalulu e Kjaer, oltre a Pellegrino (...), e dopo una cinquantina di minuti anche Thiaw, che puoi sostituire soltanto con un centrocampista (Krunic); quando Maignan il fenomeno ha evidenti responsabilità su due gol su tre e Giroud, un autentico specialista, sbaglia il rigore nei primi minuti; beh, quando gira così puoi andare a farti benedire anche se ti chiami Diavolo. E probabilmente una benedizione fatta bene potrebbe non bastarti. La collana delle sfighe è infatti completabile col pari del Newcastle a Parigi che impone agli anglo-sauditi di batterti sul proprio campo. Ma non è tutto: se per caso riuscissi a vincere in Inghilterra e il Psg prendesse un punto a Dortmund col Borussia già qualificato, saresti ugualmente fuori per la differenza reti nei confronti diretti. Olé.
Una stagione costruita a colpi di bizzarrie, questa milanista: dall’improvvisa chiusura del rapporto con Maldini e Massara al movimentatissimo mercato by Moncada; dall’assenza di un diesse di ruolo all’insistita invocazione del rientro di Ibra; dalla demenziale litania Pioli in Pioli out a un girone di Champions il cui unico acuto è al momento rappresentato dal successo sul Paris Saint-Germain di Mbappé. Un andamento a corrente alternata che ha tolto sicurezze a una squadra che anche ieri ce l’ha comunque messa tutta, purtroppo mischiando immediata reazione a imperdonabile confusione. Il Borussia di San Siro era battibilissimo e questo aumenta i rimpianti. Ho la sensazione che, per quello che si è visto fino ad oggi anche in campionato, se Pioli andasse a Lourdes troverebbe chiuso. PS. Di positivo segnalo il sostegno che la tifoseria ha garantito alla squadra anche dopo l’1-3. Invidiabile.