È stato un ragazzo della curva Nord, cresciuto con l’abbonamento in tasca e la maglia di Nesta, a cambiare il senso di una serata. Baroni e il suo staff faranno bene a offrire una ricca cena, con salmone e caviale, a Romagnoli. Il cronometro era arrivato al minuto 77: la Lazio rischiava di andare ai supplementari contro il Viktoria Plzen e di compromettere l’ingresso ai quarti di Europa League. Poi è spuntato Alessio, come un bacio del destino. Terzo gol di fila per il difensore di Anzio, un colpo di testa da centravanti vero. Missione compiuta, ma non sono mancati i pericoli e gli affanni, Hanno avuto un peso anche le parate di Provedel nel primo tempo. Da brividi la traversa di Vydra. Una Lazio confusa e imprecisa: ritmi bassi, manovra lenta, poche combinazioni. Una partita condizionata dall’arbitro olandese Danny Makkelie, che nella vita fa l’ispettore di polizia a Rotterdam: in avvio ha commesso un errore enorme lasciando il cartellino rosso nella giacca. Dweh era entrato con il piede a martello sulla tibia di Zaccagni, ma è stato solo ammonito. Grave il silenzio del Var.
Non è stata la solita Lazio, elegante e divertente. È sembrata preoccupata e pensierosa. Con poca benzina, stessa sensazione che era emersa lunedì nella gara con l’Udinese, quando aveva sofferto la fantasia di Thauvin e la forza atletica di Lucca. Ieri, nel momento più difficile, dopo il gol di Sulc, ha cercato di restare sul binario. Si è spaventata, ha reagito, si è tenuta in equilibrio. Fondamentale il recupero di Castellanos, centravanti atipico, altruista e geometrico, capace di fare la differenza con le sue intuizioni e le sue sponde. Taty non ha brillato, era assente dal 15 febbraio per un problema muscolare, ma è un faro nel 4-2-3-1: un rientro prezioso in vista della sfida di domenica al Dall’Ara contro il Bologna, un appuntamento che è diventato quasi uno spareggio per la Champions.
La Lazio ha investito tempo e passione in questo viaggio europeo. Non l’ha mai considerato un problema a livello di calendario, una complicazione, un alibi. Nonostante un budget limitato e la rivoluzione della scorsa estate, la squadra di Baroni rappresenta un modello per costi e risultati: dalla metà di agosto ha ottenuto ventitré successi in quaranta partite, tra campionato e coppe. La media è di 1,93 punti. I gol segnati sono stati settantatré. La Lazio si è costruita un finale di stagione che ha superato ogni pronostico. In Europa, adesso, affronterà il Bodø/Glimt, che occupa il 46° posto nel ranking Uefa. I norvegesi hanno un organico che vale 42 milioni. Dal 2018 sono allenati da Kjetil Knutsen, che ha vinto quattro titoli. Il centravanti è Kasper Høgh, classe 2000, danese, ventuno gol nell’ultimo anno. L’insidia è legata all’Aspmyra Stadion: il campo è in erba sintetica e i rimbalzi del pallone sono un’incognita. Da giugno il Bodø/Glimt ha perso solo tre gare in casa: con il Rosenborg, il Lillestrøm e il Qarabag. La Lazio appartiene a un’altra dimensione.