Lazio multi-moduli, così Baroni cambia la squadra

Finora schemi alternati in corsa, assetto rebus a Monza. Mossa legata ai recuperi dopo le fatiche in Europa
Daniele Rindone
5 min
Tutta da decifrare la Lazio di Monza, pensata anche per confondere Nesta, l’amico più grande, figlio della leggenda. Gioco di scambi e di incroci nei ruoli. Il modulo? E’ materia fluida. La Lazio di Baroni è una variabile impazzita. Squadra dell’incredibile, squadra in continua evoluzione. Le sfide con Cagliari e Porto hanno avviato l’operazione “transformer”, il processo di mutazione. Dal 4-2-3-1 al 4-3-3 togliendo un’ala, aggiungendo Vecino. Col Cagliari è uscito Noslin per l’uruguaiano. Prima il 4-3-3, poi di nuovo 4-2-3-1 (con Zaccagni dentro). Col Porto fuori Tchaouna sempre per Vecino. Quando difettano le verticalizzazioni si passa al modulo di riserva per ridare ordine e consistenza, per alzare la squadra. La posizione di Vecino è la chiave, mezzala e attaccante aggiuntivo per svettare in area. Il lungo preambolo serve per presentare Monza-Lazio, preparata da Baroni giocando a scacchi nella rifinitura. Due squadre, due moduli. Una col 4-3-3, con Vecino ad oscillare tra il ruolo di mezzala e sottopunta. In avanti Pedro, Dia e Zaccagni. L’altra col 4-2-3-1, con Isaksen-Noslin-Tchaouna dietro Castellanos. Taty ne ha giocate 4 di fila, è stanco. La sensazione è che siano Vecino e Isaksen gli uomini chiave per decifrare la Lazio da opporre a Nesta, in questo incrocio memorabile, da film. Se gioca Vecino, Pedro ala. Se gioca Isaksen, Pedro sottopunta. 

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Baroni ha sempre alternato Castellanos e Dia in Europa. Valuta se dividerli oggi facendo staffetta al contrario: Taty ha giocato titolare col Porto, Dia è entrato in corsa. Il senegalese è una macchina di gol e punti in A, ne ha portati 7 (come Lautaro) con quattro reti. E’ facile cadere nella tentazione di far giocare questo Pedro, sei gol nelle ultime otto partite, 3 nelle ultime 5 di campionato, in qualsiasi ruolo. E’ stato provato a destra dopo aver fatto il trequartista e ancora prima l’ala sinistra. E’ il prototipo dell’attaccante multiruolo gradito a Baroni. Ci sono dei punti fermi in mezzo ai rebus. Uno è Zaccagni, giocherà sicuro. Poi Guendouzi, ci sarà nel centrocampo a due o a tre. E Rovella, fresco di ordinazione nazionale. Regista o mediano, ha raggiunto livelli eccelsi. In difesa Gila e Romagnoli coppia centrale. Tavares verso la conferma a sinistra, per la prima volta giocherà due partite ravvicinate. Marusic e Lazzari al ballottaggio, il primo è piaciuto molto a Baroni in Europa. La porta in campionato è di Provedel e presto o tardi potrebbe riprendersi anche l’Europa, viste anche le incertezze di Mandas giovedì.  

Lazio, i numeri e i calcoli

Baroni ha preso tempo, pur non avendone. S’è giocato giovedì, si rigiocherà oggi, sarà la settima partita in 23 giorni. Valuterà fino all’ultimo le condizioni di tutti, le 24 che dividono la rifinitura dalla partita (ore 18) sono utili per smaltire acciacchi. Baroni era stato chiarissimo giovedì: «Ho detto allo staff “ora tocca a voi farli recuperare”». La Lazio va a Monza per chiudere un ciclo record, dalla Juve in poi ha vinto sempre, cinque successi su sei. Meno tre dal Napoli, meno due dall’Inter e ci sarà Inter-Napoli. Terzo miglior attacco, 24 gol, solo nel 2017-18 (31 reti) e nel 1942-43 (25) di più. La media-gol delle ultime tre vittorie è 3.3 (3 al Genoa, 4 al Como, 2 al Cagliari). Baroni ha tolto il freno, ora è lui a incitare, a spingere tutti oltre l’ardire: «Non esistono formule vincenti, ho scelto la strategia del convincimento. Ho dato chance. Sono sempre i giocatori - ha raccontato nell’intervista concessa a Dribbling - a essere usati meno che risultano fondamentali... Anche i sogni che sembrano irrealizzabili, se non molli e se sei sempre lì con la tua passione, e quella voglia di migliorarti e di crescere, si possono raggiungere», la massima scelta per spiegare la sua ascensione al Nirvana e quella della Lazio ai sogni incredibili. 


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