Un blackout? Una distrazione? Una lettura differente del fatto? È mancata l’umiltà di analizzare i video dopo le proteste in campo di Patric e dei compagni? Interrogativi che non minano, comunque, l’autostima della Lazio. A Torino ha affrontato un percorso in salita, ma ha perso soltanto a causa di un autogol di Gila, giocando per quasi settanta minuti in dieci. Ha impressionato per organizzazione e mentalità, sicurezza e ordine. Anche in inferiorità numerica, quando è stata costretta a passare dal 4-2-3-1 al 4-4-1, ha bloccato le iniziative della Juve. Non si è disunita, ha chiuso ogni corridoio, ha saputo soffrire, ha dimostrato la statura di una squadra matura e competitiva. Spessore, capacità di adattamento, una buona condizione atletica. Baroni sta svolgendo un lavoro pieno di contenuti. La Lazio vale più dei tredici punti conquistati in campionato. A Torino ha pagato gli errori del Var, gli infortuni, un po’ di stanchezza nel finale e il pasticcio di Gila. Giovedì sera c’è l’appuntamento con il Twente in Olanda. In Europa League è prima in classifica. Merito del suo calcio heavy metal: energia, emozioni e collettivo.