La crescita di Rovella premia la coerenza della Lazio, pronta a difendere una scelta di mercato anche dopo un anno condizionato dalla pubalgia e dagli equivoci. Tudor gli preferiva Vecino e Kamada, che ora ha perso il posto da titolare nel Crystal Palace. Lo aveva inserito nella lista dei giocatori da cedere: cercava un regista con altre caratteristiche, più muscolare e strutturato. Rovella è stato uno dei motivi del divorzio tra il club e il tecnico croato: Lotito e Fabiani non si sono fatti influenzare da certi giudizi e hanno continuato a considerarlo un patrimonio. Proteggere quella linea si è dimostrato un segnale di maturità, autonomia e visione aziendale.
Sarri aveva pensato di costruire nella Lazio un centrocampo italiano con Rovella, Ricci e Fazzini. Era un’idea, una traccia per impostare il futuro, uno di quei consigli nati durante le cene con Lotito nel ristorante di Formello. Dopo la qualificazione in Champions, però, era mancato il coraggio di accelerare i tempi di un ricambio generazionale: una sterzata così netta, nell’estate della cessione di Milinkovic all’Al-Hilal, avrebbe comportato in anticipo anche la rinuncia a Luis Alberto. Rovella è costato diciassette milioni, un investimento che si sta giustificando. “In passato era la Juve a comprare a casa nostra, adesso siamo noi a prendere i suoi giocatori”, aveva sottolineato Lotito. Ricci non rientrava invece nei parametri economici: distanze profonde con il Torino. Mentre Fazzini rimane una possibilità in prospettiva.
L’avventura di Rovella nella Lazio è stata scandita da tre fasi. Sarri lo aveva fatto studiare da regista puro nel 4-3-3. Tudor l’ha bocciato presto: “Deve mettere un po’ di muscoli”. Non lo riteneva adatto al suo sistema, proprio come Guendouzi. L’arrivo a Formello di Baroni ha segnato una svolta definitiva per la sua evoluzione. L’allenatore gli ha cucito un vestito perfetto, a livello di ruolo e compiti. Il passaggio al 4-2-3-1 ha trasformato la stagione di Nicolò: 311 passaggi, 92% di precisione, 12,5 chilometri percorsi nella partita con l’Empoli, 29 palloni recuperati, 16 contrasti vinti, accelerazioni da 33,3 km orari. Numeri che possono consentirgli di ritrovare spazio anche in Nazionale.
Ha un modello di riferimento: Lucas Leiva. Rovella imposta e protegge, ha più libertà rispetto a qualche mese fa: contro il Nizza ha inventato l’azione che ha portato al 3-1 di Castellanos. Frequenza di passo, ordine, velocità di pensiero, gioco verticale. Si completa con Guendouzi: energia e razionalità, ritmo e altruismo, geometrie e sostanza. Una ricerca costante dei meccanismi giusti e un’attenzione ai dettagli: Baroni lo sta aiutando a raggiungere una statura diversa, a trovare quella continuità che in passato - a causa degli infortuni - gli era mancata. I progressi di Rovella non sono una sorpresa per Allegri, che lo avrebbe tenuto alla Juve. Gestione della manovra, tempi di esecuzione, letture preventive. Un capitale che la Lazio ha saputo valorizzare con pazienza: una lezione in un calcio dove tutto si brucia in fretta.