Lazio, Lotito sulla polemica del caro-biglietti: "I tifosi non possono lamentarsi"

Il presidente biancoceleste: "Le Curve a 40 euro? Potevano abbonarsi, i costi bassi erano pensati per loro"
Daniele Rindone
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Eterni duellanti, Lotito e i tifosi. Il confronto è scontro per il presidente, passa sempre da accusato ad accusatore: «La Curva a 40 euro? Si poteva acquistare l’abbonamento a costo basso, è stato fatto apposta per invogliare le persone a venire allo stadio». Si scatena nella polemica, Lotito. Ha arricchito la produzione delle uscite “contro” rispondendo a domande sul tema più caldo della settimana, il caro-biglietti. E’ ostinato il rifiuto del presidente ad essere inclusivo e comprensivo. Non ha citato i 28.200 abbonati, fedeli ad ogni costo e ad ogni modo dopo averne viste tutte, e ha biasimato chi l’abbonamento non l’ha fatto e oggi si rifiuta di pagare una curva 40 euro: «Abbiamo dato la possibilità di sottoscrivere gli abbonamenti a cifre molto basse, in alcuni casi sono 10-12 euro, la campagna l’abbiamo riaperta tre volte. Le persone non possono lamentarsi anche perché in altre piazze importanti il costo è elevato», il contrattacco di Lotito lasciando il Senato. S’è intestato il titolo di presidente generoso e prodigo, ma sulla scontistica offerta da altre società ci sarebbe da discutere.  

Lazio, Lotito vuole il Flaminio 

Sono inesauribili i paradossi. Lotito si batte per ottenere il Flaminio e ripristinarlo, intanto svuota l’Olimpico. Per Lazio-Verona sono stati venduti 2.400 biglietti. I paganti di Lazio-Venezia erano 14.000 (2.000 omaggi under 14). La forza della ragione dovrebbe prevalere su tutto, prevale la ragione delle posizioni di forza. Il Flaminio resta in agenda a ottobre dopo il passo preliminare compiuto a luglio in Campidoglio, di nuovo Lotito: «Non si tratta di essere vicini o lontani dal progetto. Stiamo predisponendo tutta la documentazione idonea e adatta per far capire l’importanza di questa scelta per Roma a favore della Lazio. Vogliamo salvaguardare la qualità architettonica dello stadio cercando di adeguarlo a quelle che sono le necessità effettive attuali». Il presidente ha parlato di Baroni e della Lazio sviando sugli obiettivi, retorica facile: «Non si fissano, si centrano. Bisogna che tutti remino verso la stessa parte, che tutti lavorino e mi sembra che stiamo creando le condizioni affinché ciò accada»

I casi 

Effetto boomerang alcuni casi che scoppiano quasi per autocombustione a Formello. Il presidente ha smorzato sulle critiche piovute addosso a Provedel e sulla coabitazione con Mandas: «Non c’è nessun caso. Nella squadra abbiamo due portieri, lui e Mandas hanno dimostrato tutto il loro valore». E’ tornato sul ringiovanimento che a molti è sembrato un arretramento: «La Lazio sicuramente aveva bisogno di un rinnovamento, di una rivisitazione delle persone. Fondamentale era creare un gruppo unito, umile, dotato di ferocia agonistica e fame. Solo persone che considerano la Lazio come un punto di arrivo possono farne parte. Lo scorso anno la squadra non è andata in Champions, perché? Perché ha perso contro squadre alla sua portata. C’è stato un calo di concentrazione e di spirito di gruppo. Non accadano più. Se c’è una cosa che non funziona si cambia, per questo sono stati cambiati gli interpreti. Noi non andiamo dietro ai nomi». 


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