Lazio, test Baroni: il piano per arrivare in Europa

Il tecnico sfrutta la pausa per preparare la squadra alla prima maratona. Castrovilli prepara il vero debutto: è l’uomo per fare la differenza in A
Lazio, test Baroni: il piano per arrivare in Europa© Marco Rosi / Fotonotizia
Daniele Rindone
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Barriere contro cui sbattere e ostacoli in cui inciampare. La strada di Baroni è stata impervia dal primo giorno. E’ l’inevitabilità di allenare la Lazio, ancora di più dopo l’ultima rivoluzione. Di prove di coraggio e di fantasia ne ha date, altre lo attendono: «Più è importante la sfida e meglio è...», l’aforisma che ha scelto. Ha visto svilupparsi un mercato rischioso. Ha atteso invano l'arrivo di un centrocampista in più. Ha cambiato modulo modificando 4-3-3 e 4-2-3-1, trasformandoli nel 4-4-2 visto col Milan. Volente o nolente è arrivato alla conclusione di tagliare Castrovilli in Europa a favore di Pedro. La sosta gli sta servendo per portare tutti in condizione: Castrovilli stesso, controllato quotidianamente, preservato il più possibile tra un allenamento e l’altro. Finora ha giocato (si fa per dire) solo 3 minuti nel finale col Venezia, ha rassicurato tutti con un post, garantendo di essere nelle condizioni di giocare e non solo part-time, è atteso alla prova del campo. Ieri si è mosso da trequartista nel 4-2-3-1, deve dimostrare di poter assumere un ruolo chiave. E’ il ruolo che Baroni conta di dargli per aggiungere qualità alla manovra, è uno dei punti della sua agenda di lavoro. Tavares aveva bisogno di completare il ricondizionamento atletico dopo lo stop lampo di Auronzo. Gila ha superato due infortuni ed è tornato in campo la scorsa settimana. Gigot è arrivato ad un soffio dal gong di mercato. Si ripartirà con qualche risorsa e qualche copertura in più. 

Baroni, il piano per l'Europa

La pausa viene sfruttata come ultimo passaggio ai box prima della maratona campionato-Coppa. Baroni e il suo staff stanno implementando il lavoro atletico nonostante manchino 8 nazionali. Lo stress test metterà a dura prova l’organico, in particolare il centrocampo, mai così risicato. Si sta dando molta attenzione alla prevenzione, ai segnali che arrivano dai giocatori, al minimo allarme vengono fermati evitando rischi. Sarà fatto ancora di più durante le settimane più calde, avranno inizio dopo il Verona (16 settembre): Fiorentina-Lazio si giocherà il 22 alle 12,30, Dinamo Kiev-Lazio il 25 alle 21, Torino-Lazio il 29 alle 12,30, Lazio-Nizza il 3 ottobre alle 18,45, Lazio-Empoli il 6 ottobre alle 15. Poi la seconda sosta. Verrà organizzato il primo turnover stagionale, se massiccio o misurato si vedrà, sarà inevitabile. Baroni deciderà se alternare i portieri tra campionato e Coppa per dare spazio anche a Mandas, in ritiro aveva dato una traccia: «Avranno spazio tutti». In difesa alternerà terzini e centrali, a centrocampo dovrà sperare che gli stop siano limitati. In avanti, con 7 attaccanti, sarà più al sicuro.

Baroni, poco tempo a disposizione

Baroni programmerà staffette e insisterà sui concetti che ha trasmesso ai suoi. Dal primo giorno sta cercando di trasmettere tutta la sua emozione, tutta la sua voglia di superarsi, sta cercando di fondere il suo essere facendo da schermo e scudo: «Mi prendo dei rischi», aveva detto prima del Milan offrendosi martire. Una frase spiegata nel dopopartita: «Ho dato un segnale. Mettendo le due punte e quattro giocatori offensivi qualcosa si doveva rischiare. Il messaggio è stato recepito, questo è l’atteggiamento che ricerchiamo». Non ha fissato obiettivi: «Non dobbiamo guardare gli altri, ma noi stessi perché tutto passa da quello che faremo noi sul campo, dalla dedizione, dalla compattezza, dagli equilibri, dall’aggressività, dalla determinazione e anche dallo sviluppo della manovra». Non è un allenatore che fa passare infinite ore in sala video, è un allenatore d’accompagnamento, preferisce costruire piani di gioco in movimento, per questo si definisce un «uomo di campo dedito a valorizzare la squadra. Abbiamo fatto qualcosa di buono, lavorando si farà anche qualcosa di bello», la promessa che è la prova di forza più grande. Si prende in parola, Marco Baroni. E’ il primo a crederci. Ripete sempre che «non c’è tempo» e tra pochi giorni il tempo inizierà a scorrere ancora più veloce. E’ quello che vuole.


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