Lazio, è Dia l’uomo della svolta

Il senegalese era partito da vice Castellanos, ma il suo stato di forma ha portato Baroni a cambiare veste tattica alla squadra
Lazio, è Dia l’uomo della svolta© Getty Images
Carlo Roscito
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Venti giorni per prendersi la Lazio e modificarla, pur di trovare spazio. Boulaye Dia la punta in più: come alternativa di livello in rosa, si pensava al momento dell'acquisto ufficializzato a metà agosto. Si è invece aggiunto subito in campo a Castellanos, senza più l'obbligo di contendersi l'unico posto con l'argentino. Ha spinto Baroni a cambiare modulo e piani, il tecnico ha abbandonato il 4-3-3 e scelto l'assetto iperoffensivo dopo soltanto due giornate. Manca il centrocampista di qualità? Restano dubbi sulle garanzie fisiche di Castrovilli? Non è stato aggiunto un regista o un trequartista a fine mercato? Dia è la soluzione studiata e concordata dalla società: "due attaccanti is meglio che one", riprendendo un vecchio spot anni 90. Nessuna corsa alla maglia con il Taty, bensì entrambi a braccetto per sostenersi e suggerirsi a vicenda.  

Lazio con Dia, l'opzione soluzione

Il finale contro l'Udinese, con gli avversari rimasti in dieci, poi la sfida con il Milan, la prima dall'inizio con la formazione dal tandem pesante. Diventerà un'abitudine, l'aria presuppone una Lazio su questo nuovo spartito. Le decisioni rischiose per la composizione della rosa impongono a Baroni di puntare su una versione della Lazio poco pronosticabile durante la preparazione svolta ad Auronzo. In ritiro era stato testato anche Guendouzi su una linea più avanzata rispetto a Rovella e Vecino. Inutile girarci intorno: dalla continuità di Dia (e dal feeling con Castellanos) dipenderanno molte delle ambizioni biancocelesti. «Preferisco fare un passo avanti, che uno indietro», aveva confidato Baroni in sala stampa prima della gara al Bluenergy Stadium. «Sto pensando a questa opzione, poi naturalmente servono gli equilibri. Senza quelli, è impossibile. Ci vuole consapevolezza e spirito di sacrificio da parte di tutti».  

Lazio, la fiducia a Dia e i suoi numeri

Una settimana dopo ha rotto gli indugi e affrontato Fonseca schiacciando sull'acceleratore. Nelle criticità si possono trovare le soluzioni più efficaci. Castellanos e Dia hanno ripagato la fiducia segnando entrambi, hanno sfruttato il treno Tavares sulla fascia sinistra, si sono fatti trovare pronti in area di rigore. Già fondamentale, il senegalese. Lo sarà ancora di più vista la rinuncia a Castrovilli per l'Europa League. Ha permesso il passaggio al 4-4-2 muovendosi vicino e appena alle spalle del compagno di reparto. Niente male, l'intesa immediata: un gol a testa per cominciare, si sono cercati e trovati, per caratteristiche si aiutano e completano. Uno viene incontro, l'altro attacca la profondità. Lavoro di coppia da perfezionare con gli allenamenti e in partita. Sulla carta le alternative si chiamano Noslin e Pedro, all'occorrenza Dele-Bashiru o Castrovilli (solo per il campionato) alzati sulla trequarti. Dia era il più pronto degli innesti e l'ha confermato in poche settimane. Il trasferimento alla Lazio rappresenta un'occasione di riabilitazione: all'improvviso sembrano più lontane le criticità degli ultimi 12 mesi, che il ricordo dei 16 gol realizzati con la Salernitana nella Serie A 2022-2023. Soltanto Osimhen (26) e Lautaro (21) avevano fatto meglio rispetto alla sua prima stagione in Italia, appena acquistato dal Villarreal. Compirà 28 anni il 16 novembre, a Roma cerca il rilancio, contemporaneamente può centrare la definitiva consacrazione. La chance di livello superiore è arrivata nonostante le polemiche che hanno caratterizzato il periodo recente in granata. Dia ci ha messo venti giorni per prendersi la Lazio. Ora davanti c'è un'intera annata per non far pentire la società delle mosse azzardate di fine mercato 

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