Lazio, la sfiducia e i ricatti

Il commento sulla situazione in casa biancoceleste
Lazio, la sfiducia e i ricatti© Marco Rosi / Fotonotizia
Stefano Chioffi
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Alla lunga tradizione degli acquisti saltati per una mail sbagliata e un fax guasto si è aggiunta la telenovela di una clausola non esercitata da Kamada entro la mezzanotte di giovedì: niente rinnovo e divorzio. Il problema non è la mancata conferma del centrocampista, ma capire subito come orientarsi sul mercato. Si può costruire una Lazio competitiva e ambiziosa anche senza il giapponese, che pretendeva di dettare regole e condizioni sul contratto dopo due gol, due assist, una traversa e un anno piatto. L’aspetto che deve preoccupare, invece, riguarda i contenuti di questa vicenda e le possibili ricadute sul rapporto con Tudor, perché Kamada era considerato dal tecnico il primo degli intoccabili, il regista perfetto per il suo 3-4-2-1. Sembra quasi che questo club stia perdendo fascino e credibilità, ma anche un ruolo dominante in alcune situazioni cruciali. Fatica a mantenere gli impegni che assume con i suoi allenatori. Era avvenuto nella scorsa estate con Sarri, dopo un secondo posto e la qualificazione in Champions, quando era stato impostato un piano di lavoro distante dai patti concordati. Adesso lo strappo con Kamada è un passaggio a vuoto che rischia di ridimensionare la figura e il peso specifico di Tudor, pronto a sottolineare in conferenza un concetto: la necessità di ricevere dalla società un appoggio totale sul fronte delle trattative e di ottenere una centralità nelle scelte. Un anno fa, nel Marsiglia, il croato era arrivato terzo in Ligue 1 e aveva rinunciato ai soldi di un contratto per incompatibilità di vedute con i dirigenti. 
“Vorrei undici Kamada”, aveva dichiarato qualche settimana fa. Mentre Fabiani, ieri, ha detto che la sua squadra ideale è composta da “dieci Rovella”. Preso per diciotto milioni, che la Juve incasserà nel 2025, ma escluso da Igor in nove delle undici partite: solo una volta per infortunio. Il direttore sportivo ha commentato il caso-Kamada usando termini come “estorsione e ricatti”. Fotografia inquietante di una Lazio che - nei giudizi del manager - si è sentita usata e maltrattata da alcuni suoi calciatori. Ha fatto notare che nell’ultimo anno sono prevalsi gli interessi privati. Un clima che ha creato tensioni e danni.  
La fuga di Kamada non rappresenta una sconfitta. Ma è opportuno che il club cominci a interrogarsi su una tendenza allarmante: in tanti hanno considerato la qualificazione in Champions del 2023 come il punto più alto delle potenzialità che può esprimere questa Lazio. Milinkovic si era rifiutato di rinnovare il contratto e aveva chiesto la cessione. Sarri si è dimesso a marzo, dopo l’illusione che il secondo posto potesse garantire una spinta a investire su tre o quattro acquisti di spessore internazionale. Felipe Anderson ha preferito il Palmeiras all’ingaggio che gli era stato offerto da Lotito. Luis Alberto ha vissuto gli ultimi tre mesi da separato in casa e ora sta sposando l’Al-Duhail. Guendouzi non si sente stimato da Tudor e ha incaricato i suoi agenti di trovargli un’altra soluzione. Triste l’idea che la Lazio, quotata in Borsa, sia diventata un albergo con le porte girevoli. Giocatori con la valigia, tifosi disorientati e una società sotto esame a livello organizzativo. Il passato non si può cambiare, ma il futuro dipende da Lotito. Il Napoli di De Laurentiis, dopo un decimo posto, sta ripartendo da Conte e ha rifiutato 110 milioni del Paris Saint Germain per Kvaratskhelia. Chiarezza e sostanza: le basi giuste che deve ricercare la Lazio. 

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