Affidarsi solo alle magiche combinazioni di una campagna acquisti o a una progettualità? Continuare a camminare ai confini della top class, sperando di indovinare ogni tanto una qualificazione in Champions e un secondo posto, come è capitato nel 2023, o provare a fare uno scatto a livello di ambizioni? Dalla conferma di Tudor al mercato, dagli investimenti allo stadio Flaminio, fino alla campagna abbonamenti: scoprire le carte in anticipo è un atto dovuto. C’è tanta voglia di Lazio, lo dimostrano i centoventimila tifosi che si sono presentati all’Olimpico nelle ultime due partite: il 12 maggio per festeggiare gli eroi del 1974 e domenica sera per abbracciare Eriksson con lo stesso amore del Duemila.
Lotito è assorbito dalla politica e dalle sue aziende. Fabiani ha il delicato compito di cercare quattro o cinque acquisti con un budget limitato. Manca una figura di raccordo. Il rapporto con la gente va rifondato: servono dialogo, iniziative, bisogna ricreare un clima di adesione. E sarebbe suggestiva l’idea di consegnare questo ruolo a Massimo Maestrelli: un anello di congiunzione tra la società e i tifosi, nel segno di Tommaso e di una famiglia che rappresenta il patrimonio di tutti i laziali.
La squadra deve essere ricostruita dopo un anno di contrasti interni. Riflettendo su un dato: senza Milinkovic, ceduto a luglio, e ora con la partenza di Felipe Anderson e quella probabile di Luis Alberto, alla Lazio mancheranno in media 20 gol e 17-18 assist a stagione. Con Tudor non andranno ripetuti gli errori commessi nel triennio di Sarri, sempre che nella prossima riunione il croato trovi con il club una sintonia totale sulle scelte. Ascoltare e confrontarsi è garanzia di trasparenza e condivisione. Si può fare mercato anche attraverso uno scouting di alto profilo, come insegna il Bologna di Sartori e Di Vaio. Ma servono intuizioni, competenza, osservatori. I soldi non producono la certezza di un successo, ripete Lotito dal 2004. E ha ragione, perché a volte si spende e non si raccoglie. I cento milioni che il presidente sostiene di aver investito nella scorsa estate hanno partorito solo un settimo posto, tante bocciature e un centravanti, Castellanos, che ha segnato la metà di Djuric e meno di Noslin, preso dal Verona alla fine di gennaio. Si spiegano anche così i tredici punti di differenza rispetto al 2023. Una preoccupazione in più per i tifosi della Lazio: i bonus economici della Champions non hanno favorito una svolta manageriale, si è persa una splendida opportunità. Adesso Lotito deve tracciare la nuova strada. Il rischio di un mercato low cost non va tradotto per forza in una politica di ridimensionamento: l’importante è che il club sia arrivato a giugno con una visione chiara del presente e del futuro. Tudor non faticherà a capirlo. Vuole conoscere le strategie, ha chiesto una centralità che a Sarri era stata negata.