ROMA - Obrigado Felipe Anderson, "amigo especial". Solo il "grazie" al brasiliano ha interrotto i fischi dell'Olimpico per la prestazione della squadra. I cori dei tifosi, gli abbracci dei compagni, la maglia-dedica con il 326 sulle spalle, il numero complessivo delle presenze in biancoceleste contando le due parentesi (dal 2013 al 2018 e poi dal 2021 al 2024). Ha provato a incidere in corsa, con il cambio per Vecino al 53', quando il risultato era ancora sullo 0-0. Il pareggio deludente non ha rovinato la sua festa, ha preso il microfono e salutato lo stadio che l'ha visto crescere: «Volevo ringraziarvi, dal primo giorno in cui sono arrivato mi avete accolto non solo come calciatore, ma come ragazzo che ora è un uomo. Al di là del calcio, mi avete dato di più di quello che avrei pensato di ricevere. Sarò per sempre uno di voi, forza Lazio sempre». Non è riuscito a trattenere l'emozione. La commozione aveva preso il sopravvento già nell'intervista della vigilia. Ha continuato a Dazn: «Sono sicuro che ho fatto la scelta giocando qui la maggior parte della carriera, era tutto ciò che volevo. Il ricordo più bello? La mia seconda stagione alla Lazio, ho fatto grandissime partite. Poi dico anche l'anno scorso. Tra tutti i compagni dico Lucas Leiva, Sarri è stato il tecnico migliore». Applausi allargati, ha ricevuto una sciarpa dalla Curva Nord, gli striscioni di ogni settore. Otto stagioni con la Lazio alle spalle e davanti il ritorno in Brasile come calciatore del Palmeiras. Poteva andare alla Juve: «Ora non voglio parlarne, mi sono arrivate tante offerte. Ho scelto di tornare in Brasile».
Zaccagni chiude con un gol
Ha chiuso con un gol, invece, l'ex Verona. La sua punizione sembrava aver indirizzato la gara, mancava ancora la deviazione di Viti. «Mi sono allenato sui calci piazzati, peccato per la vittoria sfumata. È stata un’annata particolare, personalmente un po’ difficile a causa dei vari infortuni», ha commentato Zaccagni. «La stagione si era messa male, alla fine siamo riusciti a rimetterla in piedi. L'Europa League per noi può diventare una competizione importante, abbiamo visto il cammino straordinario dell’Atalanta. Bisogna dare continuità di risultati, ci giocheremo le nostre carte». Felipe ha salutato, lui ha rinnovato: «Legandomi al club per così tanti anni ho più responsabilità, non solo in campo. Voglio essere un esempio anche per i giovani ed essere una pedina fondamentale per la Lazio. La Nazionale? Punto a dare il massimo e giocarmi le mie carte».