ROMA - Lotito, da mesi e come un’ossessione, ripete di aver investito 101 milioni sul mercato estivo in entrata. Nel conto inserisce l’Iva pagata sui cartellini (è l’unico presidente così puntiglioso) e le commissioni, altrimenti i comunicati in Borsa renderebbero complicato il calcolo. L’ultima relazione di bilancio della Lazio riferisce l’acquisto di sette giocatori (escluso Kamada, a parametro zero) per un totale di 76 milioni di euro senza Iva. I 101 milioni di Lotito non prevedono e non calcolano i 40 per la cessione di Milinkovic (per l’Iva o le tasse a carico degli arabi chiedere a Riyad). Per essere precisi, ne ha investiti 60. La stessa cifra garantita da Sarri e dalla squadra sul campo attraverso secondo posto e qualificazione agli ottavi Champions. L’Uefa calcolerà a fine stagione la quota relativa al market pool e trascuriamo gli incassi al botteghino, mai comunicati: secondo alcune indiscrezioni, 3 milioni con il Bayern. Il 30 giugno 2023 la Lazio chiudeva il bilancio con un negativo di 30 milioni. Il 7 marzo, la semestrale aggiornata al 31 dicembre dovrà essere approvata dal Consiglio di Gestione, allora saranno ancora più chiari i conti e il disavanzo maturato attraverso il mercato. A gennaio, come risaputo, la Lazio è stata l’unica a non chiudere neppure un acquisto, ma almeno il ds Fabiani ha convinto Lotito a occuparsi dei rinnovi dei contratti, materia scivolosissima all’interno dello spogliatoio.
Situazione Kamada
La conferenza di Sarri tanto discussa al Franchi è nata dopo un ping pong (fuori tema e stucchevole, si può dire?) sulla gestione del gruppo e una domanda relativa al mancato impiego di Kamada e Luca Pellegrini, da lui stesso approvati in sede di campagna acquisti. Bisognerebbe ricordarsi come è arrivato il giapponese, proposto all’improvviso, una decina di giorni dopo la cessione di Milinkovic. Già, perché la Lazio non aveva ancora immaginato un sostituto. Kamada all’inizio disse no (aspettava altro), scappando in Giappone, poi ci ripensò, firmando per un solo anno e con opzione di rinnovo a suo favore. C’è un fatto acclarato. Non ha mai dimostrato di potersi adattare al ruolo che Sarri immaginava o sperava riuscisse a coprire: è un trequartista e al posto di Milinkovic, da subito, ha fatto fatica. Poteva giocare di più? Forse sì, ma non ha mai incantato, è sempre rimasto ai margini, fuori contesto. Un altro indizio: pensate che l’acquisto di Guendouzi a fine agosto fosse casuale? La risposta è no. La stessa Lazio si era accorta di dover mettere un’altra pezza e aumentare la fisicità a centrocampo.
Il caso Pellegrini
Per il terzino, in uscita dalla Juve e riscattato nel quadro dell’operazione Rovella, Sarri aveva speso parere favorevole dopo aver esaminato anche altri terzini (Kerkez è finito al Bournemouth, Kristiansen costava 12 milioni e lo ha preso il Bologna). Luca ha aspettato gennaio e la squalifica di Lazzari per giocare (con buoni risultati), è risparito dai radar dopo l’ingresso (non positivo) a Bergamo. Lo dice il campo, per l’allenatore è la quarta scelta dietro a Marusic, Hysaj e Lazzari. Sarri non vede la convivenza tra l’ex Spal e Pellegrini. Meriterebbe più spazio? Forse sì. Ma vale la stessa riflessione fatta per Kamada. La Lazio a Firenze avrebbe perso lo stesso.