Tare si racconta: “Avevo preso Cavani e Pastore alla Lazio. E sul 26 maggio…”

L'ex direttore sportivo biancoceleste ricorda i momenti più significativi del suo operato nel club
Tare si racconta: “Avevo preso Cavani e Pastore alla Lazio. E sul 26 maggio…”© BARTOLETTI
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"Io ora ho un sentimento bello per la mia storia alla Lazio. Seguo con interesse i risultati e spero che loro mantengano il livello raggiunto negli ultimi anni". Igli Tare, che in estate ha lasciato il ruolo di direttore sportivo della Lazio, torna a parlare della sua esperienza alla guida del club, ricordando alcuni colpi falliti: "Avevo preso Cavani. All'ultimo Zamparini non me l'ha voluto dare. Era un prestito con obbligo di riscatto. E prima che andasse a Palermo avevo preso anche Pastore. Era ancora all'Huracan, abbiamo sbagliato intermediario. Avevamo informazioni sbagliate, feci anche un'offerta. Kim è un altro rimpianto. Quando era a Shanghai, avevamo fatto un'offerta, prima che andasse al Fenerbahce".

Il 26 maggio e lo scudetto svanito nel 2020

Il momento più esaltante della sua esperienza laziale, resta il successo nella finale del derby di Coppa Italia contro la Roma: "Il 26 maggio è fuori classifica. Noi  - conferma Tare - abbiamo fatto la scelta vincente di allontanarci da Roma. Non sentivamo la pressione. Il giorno prima che siamo rientrati, abbiamo capito che era la partita della storia. Si doveva solo vincere. È una partita che non ha prezzo. Nuovo derby ai quarti quest'anno? Il 26 maggio rimane unico", ha dichiarato negli studi di Cronache di Spogliatoio per la finale della Coppa del Mondo per club.  Nel 2020, prima della sosta per il Covid, la Lazio era in testa alla classifica: "Sono sicuro che avremmo almeno lottato fino all'ultimo senza Covid. Eravamo ingiocabili, si era creata questa empatia tra tifoseria e squadra che si percepiva. Venivamo da 22 risultati utili consecutivi, con 14 vittorie di fila. Eravamo in grande forma, un po' come il Napoli l'anno scorso. Poi dopo il Covid purtroppo ci ha dato un segnale da lassù. La sconfitta a Bergamo e gli infortuni ci hanno condizionato. Ricordo anche la vittoria in Supercoppa a Riyad, bellissima".

Tare, la SuperLega e il rapporto con Lotito

L'ex diesse della Lazio ha poi parlato della SuperLega: "Penso che avrà un seguito. Ma è da vedere se può danneggiare veramente il calcio. È difficile essere favorevoli o meno. I fondatori di questo progetto sono società blasonate indebitate. Bisogna capire quale sarà il percorso. Il calcio di oggi è un'altra cosa. Sarà difficile vedere campionati su campionati. È troppo presto ora per avere un'idea chiara. In questo momento l'Uefa è molto decisa e rigida". Con Lotito ha vissuto fianco a fianco per diversi anni: "Ho imparato tanto da lui, è una persona molto intelligente che sa fare calcio, anche se a volte a modo suo. È stato una grande guida. Io ho fatto 15 anni di amore e odio. Siamo stati veramente bene insieme. Lui sapeva quali erano i miei punti di forza, io sapevo che era sopra di me come grado. Lui poi era a conoscenza che poteva dire certe cose fino a un certo punto, poi mi doveva lasciar lavorare. Così siamo andati avanti. Io ho pensato di restare per tutta la vita alla Lazio, anche i miei figli sono laziali. Però in questo mondo si cambia in modo molto veloce. Avevo voglia di vedere il mondo fuori, e lavorare lontano dalla Capitale".

Tare su Inzaghi e gli allenatori

Tare è convinto che Simone Inzaghi possa vincere tanto in futuro: "Era un predestinato. Gli avevamo fatto fare un percorso. Ha vinto lo Scudetto due volte, una volta con la Lazio pre Covid. Eravamo i favoriti, fuori dall'Europa, con Juventus e Inter che giocavano la Champions. Avevamo anche un grande gap a livello di punti. E poi quello perso per il famoso gol subito a Bologna per l'errore di Radu con l'Inter. Inzaghi è molto umile e semplice. Dietro questo suo lavoro c'è anche tanta sofferenza negli anni. Ha ancora tanto da percorrere nella sua carriera. Può fare tante cose importanti. Penso sia uno dei più vincenti. Era molto curioso su tutto, pazzo in modo sano. Lui in stanza stava sempre con Pandev, io con Kolarov". Sui tecnici in rampa di lancio, l'ex diesse della Lazio ne sceglie due: "Oltre a Thiago Motta, c'è De Zerbi che ora è maturo per fare un salto di qualità in qualche big. Lo chiamerei nella mia prossima squadra, perché no".

Tare e il rapporto con Pioli

Sempre in tema allenatori, Tare spende importanti parole d'elogio verso Stefano Pioli, che ha guidato la Lazio da giugno del 2014 ad aprile del 2015: "Lo stimo tanto, ho lavorato con lui. Il Milan deve essere sempre competitivo. Sono ancora in corsa, possono riprendersi e fare bene. Per me è stata una bella soddisfazione vedere il suo percorso e quello di Inzaghi. Soprattutto l'anno scorso in semifinale di Champions League. Ho scritto a tutti e due, è rimasto un bel legame e li stimo tanto. L'allenatore si sostiene sempre, anche quando è in difficoltà".

Tare su Milinkovic: "Volevamo centro milioni"

Chiusura dedicata a Milinkovic Savic, che si è trasferito in Arabia Saudita: "Penso che sta dimostrando di essere un fuoriclasse. Fa la differenza in qualsiasi squadra e paese. In passato ci sono stati contatti con tutte le big del campionato per un suo possibile trasferimento in Italia. Ma il prezzo faceva la differenza, e cambia sempre. La valutazione era vicino ai 100, li valeva a pieno. Quando è arrivata l'offerta, Lotito ha fatto una scelta d'amore per la squadra e nei confronti delle ambizioni della società"


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