Luis Alberto insofferente: i malumori dei compagni della Lazio dopo Madrid

Nello spogliatoio gli hanno chiesto di essere meno nervoso in campo. Il suo calo di condizione dalla fine di ottobre ha tolto inventiva e soluzioni all’attacco
Luis Alberto insofferente: i malumori dei compagni della Lazio dopo Madrid© Getty Images
Fabrizio Patania
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Genio a intermittenza. La luce è spenta, per essere precisi, dalla fine di ottobre. L’ultimo gol al Mapei con il Sassuolo, era la nona giornata di campionato. Un solo assist, risale all’alba della stagione e al 20 agosto, Stadio del Mare di Lecce, guarda caso l’unica volta in cui Immobile è andato a segno su azione in Serie A. L’altra rifinitura per Provedel con l’Atletico Madrid al debutto nel girone di Champions. La Lazio ha bisogno di ritrovare Luis Alberto al top: mancano i suoi rifornimenti in attacco. Un gap di fantasia pesante da sopportare e ancora meno digeribile nell’anno in cui non c’è più Milinkovic, l’altro numero 10 che lanciava Ciro come una fionda. Se ne limitavi uno, godeva l’altro. Gli avversari ne avevano due da guardare, era più complicato spegnere entrambe le fonti di gioco.

Il rendimento in calo dei giocatori chiave

Il calcio è semplice, come dice Allegri. E dipende dai giocatori. Ci sono responsabilità limitate da attribuire a Sarri se, per motivi fisici o anagrafici, il rendimento dei giocatori più forti della Lazio è calato rispetto alla scorsa stagione. E poi esiste un calcio “bifasico”, come lo ha definito Spalletti, in cui bisogna correre senza palla. Troppo facile guardare le giocate. Ora mancano anche quelle allo spagnolo, un grande camminatore. Luis Alberto, dopo una partenza sparata e da fenomeno della Lazio, si è fermato. Sarri, l’altra sera, lo ha lasciato per la prima volta in panchina. Scelta tecnica, motivata da una scarsa condizione. Da novembre il 10 soffre per un’infiammazione agli adduttori che non gli ha permesso di allenarsi bene. «Ha avuto diversi acciacchi, non è riuscito a lavorare con continuità e alla fine, dopo qualche settimana, ha manifestato delle difficoltà in campo. Ho preferito farlo partire dalla panchina e ho deciso di utilizzarlo nell’ultima mezz’oram quando sarebbe calata l’intensità della partita. Purtroppo l’Inter ha trovato il raddoppio appena era entrato in campo».

Le lamentele di Luis Alberto

Il tecnico, rispondendo a domanda precisa, ha spiegato l’esclusione iniziale attraverso una motivazione precisa e non addebitabile a qualche discussione nata all’interno dello spogliatoio dopo la partita di Madrid. Al Wanda Metropolitano era apparsa evidente l’insofferenza del Mago, il suo sbracciarsi e lamentarsi spesso per gli errori dei compagni, è successo anche con Ciro. Ci vuole un altro spirito e una disponibilità diversa. In campo ci si aiuta, si perdona un pallone sbagliato, si corre anche per il compagno e lo si incoraggia. Luis Alberto non lo fa con cattiveria, è il primo a soffrire del momento critico della Lazio, ma è ovvio che certi atteggiamenti vadano contenuti e non siano piaciuti ai compagni, come gli è stato fatto notare. Spirito di sacrificio, umiltà e volontà sono alla base di qualsiasi risultato e si tratta del patrimonio umano che la Lazio deve recuperare insieme a una condizione fisica superiore. Luis Alberto, prendendo il posto di Kamada, non ha fatto meglio, anzi si può sostenere il contrario. Serata di luna storta. Ora si tratta di resettare, guardare avanti e riaccendere il motore. Il Mago e tutti gli altri possono ancora tirare fuori la squadra biancoceleste dalla crisi. Basta volerlo.


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