Bilancio Lazio in rosso: ecco perché le coppe sono indispensabili

Nel 2022-23 ricavi in aumento grazie a Conference e botteghino. Venti milioni di plusvalenze in meno rispetto al 2021-22
Bilancio Lazio in rosso: ecco perché le coppe sono indispensabili© LAPRESSE
Alessandro F. Giudice
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ROMA - Il bilancio 22/23 della Lazio chiude sulla scia dei deficitari bilanci precedenti, con una perdita netta di 30 milioni aggiuntasi ai 60 di “rosso” dei tre anni precedenti. Un risultato figlio di ricavi operativi (148,7 milioni) ancora nettamente inferiori rispetto alle concorrenti. Sebbene la Lazio mantenga una gestione più virtuosa delle grandi di Serie A, con il quinto monte stipendi (dopo Juve, Inter, Roma, Milan) e il settimo costo della rosa (stipendi più ammortamenti) dietro anche Napoli e Atalanta, l’equilibrio economico per competere in A richiede oggi una massa critica di ricavi che alla Lazio sono mancati. Arriveranno certamente nel 23/24 grazie ai premi Champions e agli incassi delle grandi sfide UEFA (almeno 50 milioni) ma anche grazie alla plusvalenza realizzata (quasi 40) con la cessione di Milinkovic. Ossigeno fresco che consentirà anche di ravvivare un patrimonio netto scivolato in territorio negativo. 

Lazio, la questione dei ricavi: cosa si legge nel bilancio

L’incremento dei ricavi (+12,5 milioni) si deve soprattutto alla riapertura degli stadi: quasi 900 mila presenze all’Olimpico in A, oltre alle gare di Conference, hanno reso 17 milioni di match-day contro i 10 del 21/22. Al botteghino si aggiungono diritti tv saliti da 85 a 101, soprattutto grazie al secondo posto in campionato. Scendono, di contro, gli altri ricavi (tra cui gli sponsor) riducendo l’effetto netto totale. Un bilancio fotocopia del precedente, con 20 milioni di plusvalenze in meno a peggiorare il risultato netto complessivo: da -17 a -29,5. La Lazio è un club con ricavi operativi troppo bassi se non si qualifica per una competizione europea. L’equilibrio di medio periodo richiede la Champions, quanto meno un anno ogni 3 o 4 e l’Europa League gli altri anni oltre a un player trading attivo. Senza ricavi europei, i tifosi dovrebbero erigere un monumento a Lotito (anziché contestarlo) per la capacità di mantenere competitivo il club senza un bacino di fatturato pari alle rivali né un mercato orientato alla monetizzazione sistematica dei big. 

Lazio, gli acquisti a bilancio e i debiti fiscali

Sul piano finanziario, nell’anno appena concluso la Lazio ha realizzato dalla gestione 26 milioni di avanzo di cassa, di cui 15 netti reinvestiti sul mercato (38 di acquisti meno 21 di cessioni) mentre il resto si pareggia con la dinamica dei rapporti di debito-credito ordinario. Resta la debolezza di un indicatore di liquidità FIGC costantemente in bilico, sebbene suscettibile di miglioramento coi risultati attesi dalla gestione 23/24. Col Fair Play Finanziario, invece, la Lazio non corre pericoli se produrrà un risultato economico che riduca apprezzabilmente lo squilibrio del triennio di monitoraggio, mentre il rapporto tra costo della rosa e ricavi scenderà sotto i livelli critici (era intorno al 90% nell’anno concluso). Sempre sul fronte finanziario, la Lazio ha beneficiato della proroga ai versamenti dei debiti fiscali per le ritenute erariali prevista dall’ultima legge di stabilità: ciò contribuisce a spostare passività consistenti (circa 30 milioni) dal breve al lungo termine ma, di contro, una quota rilevante di debiti finanziari si è spostata dal lungo al breve per effetto di consistenti anticipi di fatture, come si intuisce dal comunicato. Complessivamente, i debiti finanziari non aumentano eccessivamente (solo 2 milioni) ma l’effetto dell’allungamento delle scadenze ai debiti tributari è compensato dall’accorciamento delle scadenze finanziarie verso il sistema. 

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