Lazio, Sarri in silenzio: solo lavoro e campo aspettando i colpi

Il suo primo giorno ad Auronzo: alle 9 allo stadio, poi l’allenamento. Per ora nessun discorso alla squadra
Lazio, Sarri in silenzio: solo lavoro e campo aspettando i colpi© Marco Rosi / Fotonotizia
Fabrizio Patania
4 min

AURONZO - È arrivato in macchina alle 9,15, scortato dal team manager Stefan Derkum, nel deserto dello stadio Zandegiacomo. Niente passeggiata dall’albergo al campo. «Le mie ginocchia non reggono», ha spiegato. Mau si è risparmiato per l’allenamento. Fumava il solito mozzicone di sigaretta e aveva una copia del Corriere dello Sport-Stadio (scelta dalla mazzetta a disposizione nel quartier generale della Lazio) sotto il braccio. Ha sorriso, salutato e si è infilato in palestra a scrutare attrezzi e macchinari. Alle 10,30 riparato dal cappellino è entrato in campo per il primo allenamento che lo porterà verso la Champions. Sotto le Tre Cime di Lavaredo, proprio in quel momento, è cominciata a cadere la pioggia, trasformata presto in un diluvio. Due ore ininterrotte, accompagnando l’intero allenamento della mattina, e un discreto freddo. Termometro in picchiata a 18 gradi. Il sole è riapparso nel pomeriggio, quando faceva di nuovo caldo e tutti si sono messi in maglietta a maniche corte: 26 gradi. 

Lazio, il campo alleato di Sarri  

Sarri combatterà l’ansia con l’unica terapia possibile: lavorare sul campo e in silenzio. Parlerà, forse, solo verso la fine del ritiro. Altrimenti nell’imminenza del campionato. Si è armato di pazienza. Deve confidare nel lavoro di Lotito e auspicare una reazione in tempi brevissimi, come era accaduto la scorsa estate, quando Romagnoli, Casale, Maximiano e Gila vennero chiusi durante la prima settimana in montagna. Ci sono profonde differenze. Ha perso Milinkovic e non sa come verrà sostituito. Aspetta altri quattro acquisti, uno o due contava di averli dall’inizio della preparazione. Mancano 37 giorni alla partenza del campionato e la Lazio, quest’anno, dovrà affrontare la fase a gironi di Champions. Non ci sarà tempo per allenarsi. Se la priorità sono i rinforzi, c’è anche altro e appartiene al metodo, alla possibilità di programmare e riorganizzare la dirigenza. La Lazio è partita senza riferimenti dirigenziali per il Veneto e anche a Formello attendono di sapere come verranno riorganizzati i quadri. Di solito si fa prima la società e poi la squadra: Lotito ha sovvertito ogni ordine naturale. 

Fares e Akpa Akpro in ritiro

Per questo motivo, Sarri non si è perso in troppi discorsi. Ha portato la squadra sul campo e ha cominciato ad allenarla. Nessun discorso nello spogliatoio e neppure in albergo oppure a Formello, quando era scattato il raduno. Magari è solo rimandato in attesa di rinforzi. Manca un terzino sinistro, Pellegrini non è ancora stato “ripreso” dalla Juve e Kerkez resta in attesa. La Lazio versione 2023/24 ha ripreso con Marusic a sinistra e Lazzari a completare la linea difensiva. L’alternativa al montenegrino nel primo allenamento ieri mattina era Momo Fares, l’algerino scelto da Inzaghi nell’estate 2020 (quella della precedente Champions), reduce dagli ultimi mesi in panchina dopo l’intervento al crociato e la mancata cessione a gennaio. E’ un esterno da 3-5-2, Sarri non lo ritiene adatto alla difesa a quattro. Verrà ceduto (se ci riescono). Cantiere aperto a centrocampo: Akpa Akpro completava il pacchetto in alternativa a Bertini, ex Primavera. Manca il numero 8 al posto di Milinkovic. Per ora la titolarità appartiene a Vecino. Solite coppie: Cataldi e Marcos Antonio in regìa, Luis Alberto e Basic nel ruolo di mezzala sinistra. Diego Gonzalez centravanti in tandem con Crespi. Sanà e Balde (il fratello di Keita) erano le riserve di Felipe, Zaccagni e Pedro, applauditissimo nel pomeriggio per un destro a giro all’incrocio. Gol e palleggi possono giovare nel caos calmo della Lazio. 


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