ROMA - Domandone: resta o non resta? La Lazio non prepara la passerella d’onore per Pedro, prepara un nuovo contratto. Osannato da Sarri, adorato dai tifosi, ammirato da Lotito e Tare. La Lazio, oltre al rinnovo, continuerà a sedurre Pedro con l’idea di calcio globale di Mau e con l’idea di famiglia che offre lo spogliatoio di Formello. Tutti sperano che Pedrito firmi il rinnovo, che dica sì alla proposta che annullerebbe la scadenza del 2023 e allungherebbe l’accordo fino al 2024. Da Formello era trapelata una delle condizioni contrattuali che regolavano l’accordo firmato nel 2021: un’opzione attraverso cui il club avrebbe potuto far scattare il rinnovo di un anno. Nessuna costrizione, la decisione sarà presa in sintonia. Pedro da tempo valuta l’idea di tornare in Spagna, di riavvicinarsi ai figli.
La corte di Xavi
E nelle ultime settimane si sarebbe fatto vivo Xavi, allenatore del Barcellona, compagno di una vita in blaugrana, vorrebbe riportare a casa Pedro. Xavi lo corteggia da anni, provò a coinvincerlo a firmare per l’Al-Sadd quando ne era allenatore. Le tentazioni arriverebbero anche dagli Emirati Arabi, ci sono club pronti a ingaggiare Pedrito con i “petrodollari”. Lo spagnolo prima della sosta aveva assicurato a Lotito la disponibilità a trattare: «Non sarà un problema parlarne». Dopo la partita con la Juve è stato meno possibilista: «Se resterò? Non lo so. Non mi piace dire adesso di sì e poi sarà no. Ho parlato con il presidente dicendogli che stiamo lavorando bene e non è il momento di parlarne. Sicuramente entro i prossimi tre mesi affronteremo il discorso». La Lazio ha rispettato la posizione di Pedro, ma non ha allentato il pressing. Lotito e Tare proveranno a convocarlo e a chiudere a gennaio, entro la conclusione del mercato. Pedro ad inizio anno potrà già promettersi ad altri club.
L’offerta
Lo spagnolo resta una star per la Lazio, per lui non è prevista certo una carica di rappresentanza. Pedro è dentro le strategie di Mau, è dentro al gioco della Lazio, è dentro ai risultati. A luglio compirà 36 anni, è uno dei “forever young” del calcio. Pedrito funziona ancora dall’inizio, per quanto arrivi un po’ cotto nel secondo tempo. Funziona in corsa, quando spacca l’equilibrio con le sue scosse. E accende l’Olimpico con i suoi sprint, con i balli di “carrariana” memoria. Poiché la Lazio non si può montare e rismontare ogni anno, la conferma di Pedro permetterebbe a società e tecnico di confermare un attaccante che riesce ancora ad unire utile e dilettevole. Quando sta bene, quando non è costretto a giocare e rigiocare come accaduto nelle ultime settimane di campionato, è ancora il Pedro dei tempi belli, quello che puntava l’uomo, lo scartava e creava superiorità numerica, occasionissime.
La rinascita
Nella Lazio si è regalato una favola, Pedrito. Si è confessato nei giorni scorsi, ha espresso la gioia che prova nel vivere in Italia: «Sto molto bene. È un Paese simile alla Spagna dal punto di vista culturale. Mi sono trovato bene dal primo momento. I compagni sono stati incredibili, così come i tifosi. Il calcio si vive con moltissima passione e sono contento di giocare in una squadra come la Lazio, rappresenta i valori che sono legati anche alla mia persona. Il lavoro duro, l’umiltà, il sacrificio, l’armonia, il rispetto, l’allegria che si vive nello spogliatoio». Su tutto ciò fanno leva Lotito e Tare per convincere Pedro a firmare. E Sarri è pronto ad aiutarli. Pedrito era passato per sfinito e finito alla Roma, alla Lazio è rifiorito e riverito.