ROMA - Incredibile a dirsi, incredibile a vedersi. Ci si può commuovere (se non viene voglia di ironizzare) davanti alla foto in pagina che mai nessuno avrebbe immaginato di guardare: Lotito e Cragnotti vis-à-vis, vicini vicini, mai così tanto, senza rancori, in un incontro senza precedenti, in una complicità quasi da amicizia, lieti e sorridenti dentro l’Auditorium della Conciliazione, ieri della Riconciliazione. Mai nessuno avrebbe immaginato di vedere insieme i due Papi laziali e di sentire parole di ringraziamento dell’attuale presidente della Lazio nei confronti dell’ex presidente della Lazio: «Mi ha fatto piacere vederti e ti ringrazio, questa società esiste anche grazie a te. Sei stato uno dei fautori», sono le memorabili parole rivolte da Lotito a Cragnotti. Il dolce sussurro è stato pizzicato ieri pomeriggio, quando l’Auditorium ha ospitato l’evento benefico “Sing a Song”, regia della So.Spe e di Suor Paola. Cragnotti era in platea, Lotito lo ha cercato e raggiunto. E’ stato lui a condurre il colloquio, spaziato dai sorrisi di Cragnotti che ha rivolto complimenti al presidente della Lazio.
Il cambiamento
La foto con Cragnotti è una foto in cui Lotito è meno Lotito. Ma nell’universo del presidente da un po’ di tempo è cambiato tanto, gli amici hanno la faccia dei nemici e viceversa. Il Lotito della prima ora, presidente da combattimento, aveva fatto della lotta alla politica cragnottiana parte del mito fondativo della sua presidenza, un manifesto di resistenza al passato chiacchierato, ma sempre invocato dai laziali: «Quello di Cragnotti fa parte di un altro calcio, di una visione imprenditoriale non sana. Tant’è che poi la società stava per fallire», archivi lotitiani sono pieni di frasi così, anche dei riferimenti all’accollo dei debiti. Lotito e Cragnotti si puntavano tra loro come nell’epica classica, è stato così per più di un decennio. E’ stato un ribollire continuo di attacchi e contrattacchi. «Se vuoi vincere, devi spendere», diceva Cragnotti. Fin quando, ad agosto, davanti alla campagna di mercato faraonica firmata Lotito, anche lui ha ceduto: «Complimenti a Lotito, finalmente ha iniziato a pensare in grande e non solo al bilancio». Dev’essere stata questa frase a sciogliere Lotito, a creare i presupposti per l’incontro (casuale, ma autentico) di ieri, una reciproca accettazione.
Lo stadio
Lotito, dopo i convenevoli, ha confessato a Cragnotti le preoccupazioni legate alla nascita dello stadio di proprietà: «Il vero problema è che non abbiamo uno stadio nostro». Lotito ha fatto riferimento anche ai vincoli che rischiano di condizionare per sempre la presa del Flaminio. Calato il sipario sull’incontro Lotito-Cragnotti, è iniziato l’evento benefico, un festival canoro tra giocatrici della Lazio Women ed ex giocatori biancocelesti (Rocchi, Stendardo, Parolo). Lotito e Cragnotti erano annunciati in giuria, il primo è passato per un saluto e per garantire a Suor Paola un sostegno illimitato: «Suor Paola - ha detto Lotito - è un punto di riferimento nella Lazio ed è il nostro ambasciatore nel mondo. Noi ci teniamo a essere qui presenti con trasporto, crediamo in queste iniziative e nei valori della solidarietà, della fratellanza. Dico sempre ai miei collaboratori che fuori dal campo rappresentiamo un ente morale e abbiamo l’obbligo di trasmettere questi valori attraverso il nostro comportamento verso le persone bisognose. Il calcio ha una grande capacità di coinvolgere, ha l’obbligo di insegnare». Lotito ha fatto suo lo slogan di Suor Paola: «Ha detto che non si può essere della So.Spe se non si è della Lazio? È vero, fa anche un po’ di catechesi, non solo religiosa ma anche sportiva». E fa miracoli, ha fatto scambiare un gesto di pace a Lotito e Cragnotti.