È incredibile come un giocatore forte e un uomo dalle qualità morali indiscutibili come Acerbi sia ancora prigioniero a fine agosto di una vicenda che non ha senso. Non solo il difensore era diventato il bersaglio della tifoseria della Lazio a tal punto da provocarne la cessione ma ora è finito nel mirino anche della curva interista, che guarda caso è gemellata con quella biancoceleste. Immaginiamo il passa parola che si è sviluppato da Roma a Milano per denigrare un difensore che con Immobile, Leiva, Milinkovic e Luis Alberto ha fatto la storia della squadra di Simone Inzaghi, diventando determinante per la conquista di una Coppa Italia e di una Supercoppa ed è stato, successivamente, anche un grande protagonista agli Europei vinti dalla Nazionale di Mancini. L’accusa? Un gesto di rabbia verso la Nord, assolutamente condannabile, dopo un gol in campionato, per il quale aveva chiesto successivamente scusa. Di più cosa avrebbe potuto fare? Il perdono si concede per cose ancora più gravi, figuriamoci per una stupidaggine del genere, peraltro in un contesto sportivo.
Eppure Acerbi è stato insultato da molti tifosi (ma non tutti) fino a maggio, quando rimase coinvolto anche nel gol della vittoria del Milan all’Olimpico, decisiva per lo scudetto rossonero: un ghigno nevrotico sarebbe diventato il simbolo di una perfida gioia per la sconfitta. Tanto che ora sono gli interisti, e non i laziali, a insultarlo via social così energicamente da mettere in dubbio il suo trasferimento a Milano. Roba da non credere, soprattutto perché per il difensore lombardo parlano una carriera di grande serietà e una vita affrontata con enorme coraggio quando la fortuna gli aveva girato le spalle.
Acerbi non è mai riuscito a entrare in sintonia con Sarri ma resta invece sorprendente la scelta del presidente Lotito, che non si è mai ufficialmente esposto per proteggere il giocatore dalla contestazione dei tifosi, con cui tra l’altro è in costante conflitto. Proprio lui, che ha sempre parlato della Lazio come di una famiglia, non ci ha messo molto a scaricare il giocatore e a metterlo in vendita in prestito gratuito, quindi rimettendoci anche una bella cifra, pur di non affrontare il problema prima con il tecnico e poi con la piazza. Acerbi meritava ben altro rispetto come uomo e come giocatore, considerando che resta ancora il miglior difensore biancoceleste.