Il primo semestre di Sarri alla Lazio si è chiuso con la seconda vittoria consecutiva, una vittoria di quelle “sporche”, che portano punti importanti in una classifica ancora poco affascinante ma che in prospettiva possono regalarti la spinta per iniziare il girone di ritorno con una consapevolezza diversa. Che il passaggio dal 3-5-2 di Inzaghi al 4-3-3 di Mau sarebbe stato diffi cile e traumatico era scontato, ma che poi subentrassero tante altre difficoltà di equilibri interni, di rapporti, addirittura di coesistenza assolutamente no: il successo di Venezia dovrebbe aver messo il punto su una fase di assestamento, anticamera di una rivoluzione da completare con il rinnovo del contratto di Sarri di altri due anni e con qualche operazione di mercato che possa migliorare una rosa ancora impoverita da operazioni precedenti all’arrivo del tecnico toscano.
Facile individuare le priorità su cui lavorare: il vice Immobile, perché Muriqi sembra destinato al ritorno in Turchia con un probabile danno economico per il club (che lo aveva pagato quasi 19 milioni, cifra assolutamente impossibile da recuperare), il vice Acerbi (Vavro ha fallito anche con Sarri e Patric non viene considerato all’altezza dei titolari) e un laterale mancino, visto che fino a Venezia (debutto di Radu da titolare) si sono alternati nel ruolo due destri come Hysaj e Marusic. Operazioni molto chiare, quasi annunciate, ma che dipenderanno proprio dalle uscite perché la Lazio, nonostante abbia uno dei bilanci migliori della serie A, è bloccata dall’indice di liquidità. Le ultime due partite, contro il Genoa e il Venezia, hanno anche detto a Sarri che forse la soluzione del caso Luis Alberto è proprio quella adottata nelle ultime settimane: lo spagnolo entra nell’ultima mezzora dalla panchina e decide le partite con il suo talento quasi unico in serie A. Due assist decisivi per il 3-0 contro Sheva, un gol bellissimo davanti a Zanetti, quello del 3-1, che ha tolto la Lazio dall’imbarazzo di giocare con un uomo in meno (infortunio muscolare di Acerbi, ingiustamente fischiato dalla tifoseria biancoceleste: dopo le scuse per il gestaccio dell’Olimpico, anche il gol decisivo al Penzo, fotocopia di quello al Genoa).
A Venezia, dove ancora una volta Maresca ha dimostrato di essere un arbitro inaffidabile (indimenticabile - in negativo - la direzione di Roma-Milan), la Lazio ha avuto la conferma che l’affare Pedro a costo zero è stato un capolavoro strategico che ricorda quello realizzato con Klose: dopo Immobile, lo spagnolo è il giocatore più decisivo di Sarri e i sette gol del girone di andata lo dimostrano. Ma il suo valore aggiunto è rappresentato anche dalla professionalità con cui si allena e dal “veleno” con cui affronta le partite: quando tutta la Lazio si esprimerà in campo con l’atteggiamento di Pedro, signifi cherà che la rivoluzione di Sarri sarà completata.