Il colpo di coda del virus ha piegato Ciro. Aveva trattenuto il respiro per giorni, tamponandosi spesso, negatività dopo negatività. Si è dovuto arrendere ieri, all’ultimo, quando pensava di aver scampato il pericolo e di poter partire (oggi) per Venezia. E invece no, Immobile è finito prigioniero di un altro lockdown domiciliare, un anno dopo l’attorcigliata vicenda “tamponi”. Al tempo, i virologi di mezza Italia l’avevano autenticato «falso positivo», nei fatti anche una perizia ospedaliera disposta nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che coinvolse il laboratorio di Avellino. Questa volta Ciro è vero positivo. La voce si è diffusa ieri pomeriggio. La positività, riscontrata dapprima con un antigenico, sarebbe stata confermata anche da un molecolare. E’ certo che Sarri non l’avrà col Venezia domani, lo riabbraccerà nel 2022, spera il 6 gennaio, giorno di Lazio-Empoli, sempre che si negativizzi in tempo. Il legittimo sospetto che Ciro fosse in quarantena, in mancanza di bollettini ufficiali, si era insinuato giorno dopo giorno, non vedendo più Immobile a Formello. Informalmente, dalla Lazio era rimbalzata l’indisponibilità per una gastroenterite. Era in isolamento, notizia diffusasi ieri e mai smentita dalla società, perché la moglie Jessica la settimana scorsa era risultata positiva al Covid. Ciro da subito ha seguito i protocolli alla lettera.
I fatti
Immobile e la moglie martedì scorso avevano partecipato alla cena di Natale della Lazio. Il bomber si era isolato mercoledì, dopo l’allenamento del pomeriggio, appena aveva saputo che Jessica era risultata positiva. Da allora è sparito dai radar. Si è rinchiuso in un’ala della villa di Monte Mario per evitare contatti rischiosi. Nel frattempo si è allenato e si è sottoposto a vari tamponi, tutti risultati negativi. Fino a ieri. La Lazio non ha diffuso comunicati e non è detto che lo faccia oggi. [...] Immobile aveva saltato il Genoa e dovrà saltare l’ultimo turno del campionato, da due mesi è diventato bersaglio, è alle prese con infortuni vari, muscolari e articolari. Il lockdown del novembre 2020 si era reso necessario per via di quel gene “N” che risultava sempre reattivo.
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