ROMA - Se la domanda è “come gioca Prandelli”, la risposta è ampia e sintetica al tempo stesso: Prandelli gioca a...tutto. Gioca a tre (poco) e a quattro in difesa; gioca con un solo regista o col doppio regista; gioca attaccando con le ali o sfruttando il trequartista; gioca (ha giocato) col 3-5-2, il 4-4-2, il rombo, il 4-2-3-1, il 4-3-2-1, il 4-3-3. Gioca pensando alle caratteristiche dei giocatori.
IL CENTROCAMPO...ROTANTE - Prandelli è un trasformista. Ama cambiare da una gara all’altra e dentro la stessa partita. Nelle cinque stagioni di Firenze non ha mai smesso di modificare l’impianto tattico, anche se un porto sicuro ce l’ha sempre avuto: il rombo.
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IN ATTACCO - Alla difesa a tre c’è arrivato con la...Juventus. Ma è stato un processo lungo e tormentato, è un sistema di gioco che a Prandelli non piace granché. «Quando gli allenatori che mettono la loro squadra con la difesa a 3 prendono un gol e vanno in svantaggio, cambiano sistema, tolgono uno dei difensori, inseriscono un attaccante e passano al 4-2-3-1 o al 4-3-3. Questo perché, evidentemente, lo ritengono un modulo più offensivo. E a me piace giocare in attacco», questa è una delle regole dell’ex ct. Ce n’è un’altra che fa capire quanto ami quel calcio offensivo. Alla vigilia di Repubblica Ceca-Italia, che valeva per la qualificazione a Brasile 2014, il ct dei cechi, Bilek, disse di conoscere il punto debole dell’Italia. Prandelli gli rispose: «So a cosa si riferisce, noi pressiamo alti e a volte ci scopriamo. Ma se devo per forza prendere un gol, preferisco prenderlo in contropiede perché vuol dire che stiamo attaccando». Il possesso palla è la base, l’intensità è il passaggio successivo.
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