C ’ è un’ombra fatta di sospetti, inquietudini, complotti e veleni che dall’indagine sul dossieraggio abusivo si propaga fin dentro i meandri dell’inchiesta Prisma. Con la Juventus, suo malgrado, al centro di tutte le mappe. Ieri raccontavamo degli accessi illegali alle banche dati che puntavano sugli affari del club bianconero, ad opera degli stessi soggetti indagati per la creazione di dossier artificiosi contro vip e politici; persone che, secondo gli inquirenti, avevano l’abitudine di intrufolarsi nei conti correnti di vari soggetti in momenti particolarmente delicati per la vita societaria come nella circostanza della fuga in avanti sulla Superlega (dossier Agnelli), del cambio di allenatore (dossier Allegri) o del possibile addio di una star (dossier Ronaldo). Il pm Laudati e il finanziere Striano, ad esempio, secondo quanto viene riportato dal pm di Perugia Cantone andavano alla ricerca di eventuali prove di reati per poi allarmare i loro superiori e convincerli ad aprire fascicoli su soggetti non attenzionati alle forze dell’ordine, facendo partire una conseguente macchina del fango alimentata da media compiacenti. L’avrebbero fatto con centinaia di persone, incluso il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nel suo caso mentendo anche sull’innesco all’attività investigativa.