Ci voleva una partita così, una vittoria così. La Juve non aveva altra possibilità per uscire da una situazione disdicevole, fatta di troppi pareggi, di troppi gol subiti tutti insieme e di troppi momenti di offuscamento tecnico e mentale. A Udine la Juventus ha vinto la partita nel primo tempo, due a zero al 45', tenendo palla a lungo e sfruttando l’atteggiamento remissivo dei friulani fin quando hanno preso gol. Ma anche nella sofferenza della ripresa la squadra di Thiago Motta si è ritrovata, rischiando qualcosa, però senza mai perdere il contatto con la partita, fino a chiuderla senza subire gol, dopo il sestetto incassato negli ultimi 180 minuti di campionato.
La vittoria serviva alla Juve non solo per interrompere la breve serie di due pareggi che l’avevano spinta un po’ indietro in classifica, ma anche per irrobustirsi con autostima e certezze in vista di un calendario che ci dirà, fino in fondo, quale sia la reale dimensione della squadra: il Lilla in Francia martedì in Champions (la classifica impone una vittoria per recuperare qualche posizione), il derby col Toro sabato sera, dopo la sosta il Milan a San Siro e l’Aston Villa a Birmingham in Champions (gli inglesi sono in testa alla classifica della Coppa a punteggio pieno). Sono tre trasferte e quattro partite che spiegheranno tante cose sul conto della Juventus, di cui ancora non si conoscono le reali aspettative. È vero che in classifica ha di nuovo scavalcato Lazio, Atalanta e Fiorentina, e ha raggiunto l’Inter al secondo posto, anche se le quattro squadre hanno una partita in meno da disputare fra oggi e domani, ma resta sempre qualche dubbio da risolvere. Dubbio che può essere dissipato nelle prossime quattro gare, se la Juve resta quella di Udine, magari più reattiva di quella del secondo tempo.
In attesa del ritorno di Nico Gonzalez e Douglas Luiz (in questo caso il ritorno va inteso anche come il recupero di un rendimento accettabile), è confortante per Thiago Motta aver rimesso in squadra Koopmeiners, che ieri non ha entusiasmato (ha sbagliato anche il gol del 3-0 davanti ad Okoye), ma solo perché era la prima da titolare dopo quasi un mese. L’olandese potrà diventare il faro di questa squadra. Ma ancora più incoraggiante è stata la partita di Yildiz anche sul piano difensivo. La sua tecnica ha prevalso sulla difesa di casa (palla per Thuram sull’1-0, palo ribattuto in rete da Savona per il 2-0) e questo può rientrare nella normalità, ma i suoi recuperi nella metà campo juventina hanno un significato maggiore, parlano di un giocatore che si sta completando, che cerca la qualità anche nella quantità. A Thiago piace chiudere la partita col giovane turco al centro dell’attacco in sostituzione di Vlahovic, tuttavia la sua posizione ideale è quella sulla fascia sinistra, come ha dimostrato a Udine.
Ci sono altri segnali che fanno immaginare un futuro interessante in casa-Juve, come la prestazione e il gol del giovane Savona, il dinamismo sfrenato di Thuram, la regìa di Locatelli che il tecnico impiega molto e bene nella fase difensiva. «Dobbiamo fare meglio» aveva ripetuto Thiago almeno una dozzina di volte alla vigilia di questa partita. La Juve gli ha dato retta.