Juve, poco Yildiz e tanto Perin

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Ivan Zazzaroni
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A un certo punto ho pensato: se Thiago indovina (anche) questa, David Copperfield può farsi serenamente sostituire da lui all’MGM Grand di Las Vegas. È successo al 68’ quando, con la Juve in difficoltà, Thiago ha tolto Vlahovic, inserito il diciottenne Adzic, esordiente in Champions, e accentrato il diciannovenne Yildiz che fino a quel momento non l’aveva strusciata: giusto un paio di tentativi inefficaci.

Niente magia. O meglio, ne è riuscita una a metà: Perin, in gran serata, ha parato il rigore a Millot. La Juve ha però dovuto chiudere in inferiorità numerica per l’espulsione di Danilo ed è stata messa sotto nel finale da El Bilal Touré.

All’undicesima uscita stagionale la squadra di Motta ha conosciuto la sofferenza piena: 22 tentativi dello Stoccarda, dieci nello specchio costituiscono un bilancio molto negativo. Le assenze di Koopmeiners, Nico e Bremer non sono uno scherzo, tuttavia ciò che ieri è veramente mancato è stato il gioco.

Il primo tempo in particolare ha registrato il dominio dello Stoccarda: la Juve non è mai riuscita a portare uomini nell’area di Nübel e ha sofferto la pressione dei tedeschi tanto sulla fascia di Conceiçao e Savona, dove Mittelstädt e Leweling hanno fatto ciò che volevano, quanto a sinistra dove Cabal è stato costretto a un super lavoro su Millot. La superiorità ha prodotto dieci conclusioni, quattro nello specchio, un palo di Demirovic e un colpo di testa di Undav sul quale si è esaltato Perin. Non a caso dopo poco meno di un’ora Motta ha cambiato l’intera fascia destra e tolto McKennie, mai in partita, per Locatelli.

La sconfitta non è dolorosissima per la classifica e immagino che non avrà ripercussioni sul rapporto di fiducia col gioco. Impone comunque una riflessione, specie su Yildiz: il ragazzo merita le occasioni e lo spazio che gli vengono offerti, ma gioca con la tensione di chi deve per forza incidere. Un tiro e mezzo nelle ultime cinque partite non sono un bilancio da numero 10, ovvero da giocatore che dovrebbe condizionare più degli altri la proposta.

Non credo che la pesantezza della maglia lo aiuti a crescere meglio. Spero di sbagliarmi. Sospetto che l’assegnazione del numero dell’eccellenza appartenuto a Baggio e Del Piero, ma anche - per poco tempo - a Tevez e Pogba, sia stata fatta anche per accontentare lo sponsor Adidas che chiedeva una bella storia da raccontare e vendere, un personaggio sul quale poter eventualmente imbastire una campagna. Yildiz rispondeva a numerosi requisiti tra quelli richiesti: giovanissimo, talentuoso, faccia pulita. Ricorda in qualche modo un altro diciannovenne investito dello stesso ruolo, Alex Del Piero, titolare della 10 nella stagione ’94/95, ovvero subito dopo la cessione di Baggio al Milan.


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