Juve, Thiago Motta re delle sorprese: dal cilindro esce McKennie

Ora, le cose sono due: o questo allenatore ha una fortuna che rispetto a lui Gastone, il cugino di Paperino, è un dilettante, oppure è un tecnico che ci vede e ci vede bene
Alberto Polverosi
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Thiago Motta è il re delle sorprese. Comincia il campionato e nonostante il mercato super della Juventus il suo nuovo allenatore fa esordire in Serie A un ragazzino di vent’anni, Samuel Mbangula, che segna e piazza un assist nel 3-0 al Como. Nella ripresa fa debuttare anche il ventunenne Nicolò Savona che conferma, stavolta da titolare, nella partita successiva, a Verona, e segna il secondo gol di un altro 3-0. A Empoli cambia il portiere, Perin per Di Gregorio, (ma quello lo faceva anche a Bologna con Skorupski e Ravaglia). Poi arriva un altro esordio, quello della Champions League, e l’allenatore della Juventus tira fuori dalla naftalina il miglior centrocampista della vecchia Juve, quella di Allegri: dopo i soli 23 minuti giocati in questa stagione contro la Roma schiera McKennie (che, non dimentichiamolo, era un avanzo nobile tipo Chiesa, ma alla fine è rimasto), lascia in panchina Kheprhen Thuram, Douglas Luiz, l’ex capitano Danilo e McKennie chiude la partita col Psv Eindhoven firmando il 2-0. 

Juve, Thiago Motta mister fantasia

Ora, le cose sono due: o questo allenatore ha una fortuna che rispetto a lui Gastone, il cugino di Paperino, è un dilettante, oppure è un allenatore che ci vede e ci vede bene. In tutta franchezza propendiamo per questa seconda ipotesi. Thiago Motta ne pensa una dietro l’altra, non dà mai una certezza ai suoi e tanto meno agli avversari. Non bada al valore economico, all’età, alla fama, Douglas Luiz è costato 51 milioni e mezzo di euro, McKennie praticamente è gratis (ingaggio a parte), ma siccome la prima necessità (dopo il grigiore di Empoli) è quella di riempire l’area avversaria con più uomini, gioca il texano e in panchina va il brasiliano. Che ci resterà fino a un quarto d’ora dalla fine. Thiago è mister fantasia, ne ha più lui di quel 10 che incanta lo Stadium. Studiare, preparare, approfondire, ma alla fine si fa prendere dall’intuizione, si fida del fiuto più che degli algoritmi. Per fortuna. E’ questo Thiago Motta, uno che se non sorprende non si diverte. E ora fa divertire anche la sua nuova gente visto che dopo i due scialbi 0-0 di fila con Roma ed Empoli, ecco lo splendido 3-1 (peccato quella rete olandese nel finale, non ci stava proprio) di Champions. Ombre scomparse. Tre gol e potevano essere più del doppio in una partita dominata dalla Juventus e aperta da quella rete fantastica, delpieriana, di Kenan Yildiz diventato il più giovane marcatore nella storia bianconera in Champions League. Il 10 ieri sera non gli pesava, ma quasi lo eccitava, lo rendeva imprendibile per una difesa, quella olandese, che più leggera non si può. Gol e prestazione, lo stadio si è alzato in piedi per accompagnare l’uscita del giovane turco. 

Nico e Vlahovic

Alla fine è arrivato anche il primo gol in Champions (era al debutto) di Nico Gonzalez su assist di Vlahovic. I due avevano giocato insieme per 6 mesi a Firenze, da agosto 2021 a gennaio 2022, e sabato scorso, a Empoli, la migliore occasione di Dusan era nata da un lancio molto bello di Gonzalez. Come se il breve periodo fiorentino sia riaffiorato tutto insieme a distanza di anni. Un’altra magia di Thiago? 


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