Juve-Allegri, il patto per evitare il tribunale: cosa è successo

Dopo lo shock del licenziamento per giusta causa il tecnico e il club trovano un punto di accordo. Max potrebbe trovare subito un'altra squadra
Giorgio Marota
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Non chiamatela pace, è stato solo un modo diplomatico per dirsi addio. In qualsiasi caso, la Juventus e Allegri - o meglio, i rispettivi legali - alla fine si sono stretti la mano. Niente cause, nessun dibattimento davanti a un giudice del lavoro o scontri a colpi di comunicati: c’è la risoluzione del contratto di Max, quindi il rapporto finisce qui e ora e il tecnico già da oggi è libero di trovarsi un’altra squadra. Per favorire una conclusione quanto più serena della vicenda, potrebbe essere intervenuto direttamente John Elkann, l’uomo che, entrando a gamba tesa su tutte le questioni bianconere dalle dimissioni del Cda agnelliano in avanti, aveva già spinto affinché si chiudessero con un patteggiamento le beghe con la giustizia sportiva dovute all’inchiesta Prisma. Insomma, Jaki vuole vedere la Signora lontana dai tribunali e il caso Allegri lo conferma. Non a caso, dopo la notifica del licenziamento per giusta causa di sabato mattina, l’ad di Exor e il tecnico si erano visti a Wembley per la finale di Champions, e il secondo incontro nel giro di una settimana (dopo quello al Gp di Montecarlo) dovrebbe aver disteso definitivamente gli animi. Ieri la società ha dunque comunicato di aver «di comune intesa concordato la risoluzione del contratto di prestazione sportiva al termine dell’attuale stagione sportiva». 

Juve, la risoluzione con Allegri 

Il licenziamento aveva, non a caso, due possibili chiavi di lettura: l’arrivederci in tribunale o una sorta di passaggio propedeutico alla riapertura della trattativa per una transazione. Alla fine, si è trovata una sintesi economica e Allegri, che aveva un contratto fino al 30 giugno 2025, dovrebbe aver accettato una cifra dai 4 ai 5 milioni di euro, a fronte di uno stipendio da 13 milioni lordi che arrivava a 20 includendo lo staff. Non ci sarà alcuna comunicazione ufficiale in merito: al netto delle indiscrezioni circolate, il vero importo resterà top secret come previsto anche dall’accordo.

Il saluto

La Juve, com’è noto, aveva allontanato Allegri dopo la vittoria in Coppa Italia alla presenza di Scanavino e di un legale, formalizzando all’allenatore 5 accuse in una lettera: dalle proteste con gli arbitri all’attrezzatura fotografica danneggiata rientrando negli spogliatoi, fino alla lite con il direttore di Tuttosport, la tensione con gli addetti alla sicurezza e il diverbio con Giuntoli proseguito sul pullman. Con la risoluzione di ieri, contestazioni e repliche finiscono nel dimenticatoio. A differenza del comunicato del 17 maggio, nella quale si evidenziavano comportamenti ritenuti «contrari ai valori del club», stavolta la Juve ha quanto meno «ringraziato Allegri per i risultati sportivi conseguiti nel corso degli anni alla guida della squadra, augurandogli il meglio per il suo futuro professionale». L’eredità di Max, comunque, va ben oltre qualsiasi frase di circostanza contenuta in una nota di congedo: è fatta di 12 trofei in 8 anni, di 407 panchine con il 67% di successi e di una capacità, riconosciuta dai tifosi bianconeri, di tenere saldo il timone in un mare in tempesta tra plusvalenze, mercato congelato, cambiamenti societari, casi doping e scommesse. 


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